Steven Pinker è un importante scienziato cognitivo, uno psicologo evoluzionista titolare di una cattedra ad Harvard: è noto ai più per un libro intitolato L'istinto del linguaggio, in cui ipotizza (probabilmente a torto) che il linguaggio sia un'abilità innata e specifica degli esseri umani, paragonabile, per esempio, all'istinto dei ragni per la tessitura di tele.

Il paradosso contemporaneo

Nel suo lavoro più recente, Enlightenment Now: The Case for Reason, Science, Humanism, and Progress, Pinker illustra quello che è stato definito "il paradosso contemporaneo": lo iato tra i dati che evidenziano come le persone vivano vite più lunghe, più sane, più libere e più felici, e la percezione diffusa che il mondo stia attraversando una delle sue peggiori stagioni.

Ora, allo scienziato canadese si potrebbe replicare, in un modo che sarebbe fin troppo semplicistico, che è facile pontificare dal pulpito di una delle principali università americane, e che a chi fatica ad arrivare alla fine del mese importa assai poco che tutti gli indicatori macroeconomici siano positivi.

Tuttavia, senza entrare nel cuore dell'argomentazione di Pinker, è interessante notare un corollario: il fatto, molto noto in sociologia della comunicazione, che gli individui tendono a sovrastimare la probabilità di un evento che ha un forte impatto emotivo - soprattutto se si tratta di un evento negativo. Per fare un esempio, la probabilità di morire in un incidente aereo è di gran lunga inferiore rispetto alla probabilità di morire in un incidente stradale: tuttavia, l'impatto emotivo di un incidente aereo è molto più forte, e questo ci induce comunemente - ma erroneamente - a ritenere che volare sia più pericoloso che guidare un'automobile.

In altre parole, spesso la percezione contrasta con i fatti.

Come ragiona il cervello umano?

Una simile considerazione è intrigante, perché mostra come il nostro cervello si basi - o possa basarsi - su dati che ignoriamo di conoscere, ovvero su informazioni inconsce. Nella serie tv The Big Bang Theory, questo aspetto del funzionamento della mente ha turbato molto uno dei protagonisti, il geniale ed eccentrico fisico teorico Sheldon Cooper (Jim Parsons): "Io e il mio cervello siamo amici" ha lamentato durante un episodio, "dovrebbe dirmi tutto".

Alcuni studiosi, come lo svedese Petter Johansson, hanno ipotizzato che la mente ci inganni sistematicamente durante i processi decisionali, arrivando così a negare l'esistenza del libero arbitrio.

Senza arrivare a congetture così estreme, sembra però almeno possibile contestare la celebre idea di Cartesio secondo cui la mente è trasparente a se stessa.

E forse si può concludere che, nonostante i nostri progressi, nonostante le grandi scoperte che abbiamo conseguito in ogni campo del sapere - il più grande mistero che non è stato ancora svelato resta sempre e comunque l'uomo.