Un nuovo annuncio in serata del vicepremier Luigi Di Maio getta ombre sulla serenità dell'operato del governo. Tramite Facebook, infatti, il leader del movimento 5 stelle ha denunciato una modifica post approvazione al testo riguardante il condono (Pace fiscale nella terminologia governativa), con significative modifiche a favore degli evasori.

La comunicazione

Nel post pubblicato dal vicepremier, Di Maio cita possibili responsabilità di una "manina Politica", il che farebbe supporre un boicottaggio interno probabilmente da imputare ai partner facenti parte delle file della Lega, cosa che aprirebbe una crepa non secondaria per il proseguo dei lavori in vista delle importanti scadenze che ci attendono.

Nello scritto il vicepremier lascia comunque spazio alla possibilità che il boicottatore sia un tecnico, il che sarebbe una ripetizione di quanto già vissuto col Decreto Dignità ed il presunto numero di posti di lavoro persi che sarebbe stato gonfiato prima di arrivare al colle. Se l'ipotesi corretta fosse questa, sarebbe forse giunto il momento, visti i ruoli di assoluta e strategica importanza che ricopre, di rivedere i ruoli all'interno del proprio staff, perlomeno riorganizzando la catena di comando e dando ad una persona di fiducia la responsabilità dell'ultima lettura prima di inoltrare la documentazione.

"Cerchiobottismo?"

Premessi i fatti, viene da chiedersi se questa non sia a tutti gli effetti una manovra volta a recuperare i consensi di quella parte di movimento più intransigente e che sembra insofferente alle scelte del ministro degli Interni, che vede il condono come esagerato e che mostra, secondo i sondaggi, i primi segnali di scollamento dall'operato di governo che, tuttavia, gode di un consenso tutt'ora vicino al 60% degli elettori.

All'ala più "ortodossa" del movimento basterà questo o Di Maio sarà costretto ad andare fino in fondo con le denunce? Una prima risposta la potremo probabilmente ottenere domani, dalle dichiarazioni del politico che più di tutti si è fatto portavoce dei distinguo interni al movimento in questi mesi, ovvero il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico.

Da lui non sono infatti mancate in passato stoccate dirette o meno all'operato del governo, come nel caso Diciotti, in cui si è da subito mosso per trovare una soluzione o sul decreto sicurezza/Salvini/immigrazione, ampiamente osteggiato dal braccio "sinistro" del movimento.