"Due uomini non fanno una madre". E' lo slogan dei nuovi cartelloni pubblicitari di Pro Vita, associazione cattolica contro l’utero in affitto e la trascrizione dei figli delle coppie omosessuali nei registri anagrafici.

Nell'immagine si vede un bebè con il codice a barre stampato sul petto, come fosse un prodotto, mentre piange disperato per essere stato acquistato dal genitore A ed il genitore B. Naturalmente, sono tutti d’accordo che i bambini non sono una merce.

Nuova campagna della Onlus Pro Vita e di Generazione Famiglia

La Politica fa leva sull'amore per i bambini e sulla responsabilità di proteggere i figli.

Inoltre utilizza due uomini e non due donne come simbolo di genitorialità, perché riconoscere che due uomini possano essere genitori escludendo la maternità richiede uno sforzo di immaginazione più complesso rispetto al vedere ed accettare due mamme con un figlio. Fino a pochi anni fa i figli erano cresciuti dalle donne, mentre gli uomini lavoravano. Quindi esiste già un immaginario di bimbi allevati da donne. Oggi sono cambiati i ruoli, sono cambiati i maschi, i loro desideri, la loro identità.

Inoltre il cartellone sfrutta l'opinione pubblica contro lo sfruttamento delle donne. Toni Brandi, presidente di ProVita, dichiara: “La nostra iniziativa intende sottolineare ciò che non si dice e non si fa vedere dell’utero in affitto, perché noi siamo dalla parte dei più deboli, i bambini, ma anche per la salute delle donne, trattate come schiave e ignare dei rischi per la salute a cui si espongono”.

Provocatori e offensivi

Negli ultimi anni le stesse associazioni cattoliche hanno mostrato il proprio dissenso con aggressività verso gli omosessuali e la libera scelta delle donne di abortire. Hanno utilizzato un marketing grottesco, con mini-feti di plastica e spille di piedini e pubblicità scopiazzate. Utilizzano i temi delle battaglie contro la discriminazione sessuale e la violenza maschile contro le donne, dandogli tutt'altro significato.

"I provocatori e offensivi manifesti dell’associazione Pro-vita violano il codice etico di Roma capitale e lanciano un messaggio chiaramente di stampo omofobo", ha scritto il capogruppo dem al consiglio comunale romano, Giulio Pelonzi.

L'ultimo slogan è nato in risposta ad alcuni sindaci italiani (Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino, Beppe Sala a Milano e Luigi De Magistris a Napoli) che si stanno muovendo per riconoscere come figli legittimi di coppie omosessuali i bambini nati con l'utero in affitto.

Questo fatto è comunque simbolo che la società, nonostante i rallentamenti, ha raggiunto un livello di evoluzione che non è possibile far regredire. E' un dato di fatto che esistono oggi dei figli di due padri o di due madri. Semplicemente sono una minoranza e non vengono considerati come rilevanti.

La sindaca di Torino, Chiara Appendino ha scritto su Twitter: "Due persone che si amano fanno una famiglia. Continuerò le trascrizioni e non smetterò di dare la possibilità a questo amore di realizzarsi".

A novembre toccherà alla Cassazione pronunciarsi proprio su una trascrizione avvenuta a Trento in favore di una coppia di uomini che aveva fatto ricorso all’utero in affitto in Canada".