Proprio il 3 ottobre, quando in Parlamento si incomincia a discurtere di ius culturae, Luigi Di Maio sfrutta le telecamere della trasmissione televisiva Dritto e Rovescio per lanciare uno scoop su un imminente decreto sui rimpatri, il quale verrà presentato nella giornata di oggi. Il neo Ministro degli Esteri promette la firma di un decreto ministeriale mirato a sveltire le procedure per i rimpatri dei migranti irregolari verso i Paesi di provenienza. Secondo Di Maio la soluzione non è accogliere indiscriminatamente, ma selezionare coloro che hanno i diritti e respingere nel più breve tempo possibile tutti gli altri.

Nihil novi sub solem! Sono anni che si parla di mettere mano alle procedure di rimpatrio, Salvini ne ha fatto uno stendardo della campagna elettorale che lo ha portato al governo nel 2018, salvo poi non riuscire a concretizzare i risultati sperati in termini di rimpatri realizzati e accanirsi sulle navi delle Ong. Questa volta la promessa è di sveltire i rimpatri a partire dalle procedure per selezionare gli aventi i requisiti per restare nel nostro Paese, riducendo i tempi a quattro mesi. Qualche giorno fa il capo politico dei 5 Stelle aveva spento gli entusiasmi in tema di ius culturae, oggi mostra il pugno duro sui rimpatri.

Migranti: perché è difficile effettuare i rimpatri

L'idea che si forma in chi ascolta la promessa del Ministro è quella che, firmato il decreto, i rimpatri potranno avvenire in tempi ridotti.

Il punto è che non basta un decreto. La realtà è un po' più complessa: servono gli accordi con i Paesi di origine, sul rientro dei loro cittadini. Senza questa precondizione, i rimpatri rimarranno bloccati. Di Maio però non si fa scoraggiare e promette anche questo: una serie di accordi con i Paesi di partenza dei migranti.

Il fine, ribadisce il Ministro, è il blocco delle partenze: "Se non avete i requisiti, non partite". Il ragionamento non sorprende se proviene da Luigi Di Maio, che sul tema dell'immigrazione e dei diritti dei migranti ripropone ad ogni occasione utile lo schema dell'inseguimento a destra del rivale Matteo Salvini, che finora non sembra aver portato troppo bene al Movimento.

Di Maio in competizione con Salvini sui migranti

Lo scopo politico della linea di Di Maio è chiaro: mostrarsi efficace, proprio laddove Salvini non è riuscito: i rimpatri. Tra il dire e il fare però c'è di mezzo il mare dice il proverbio, che pare tristemente azzeccato per le migrazioni che interessano la nostra Penisola circondata delle acque del Mediterraneo, già tante volte teatro di catastrofici naufragi. Purtroppo sembra che la Politica sia maggiormente dedita alle scadenze elettorali, che alla protezione dei diritti, nonostante le promesse in senso contrario da parte del Ministro degli Esteri, il quale garantisce che il decreto in arrivo non sarà lesivo di alcun diritto umano. Il problema più grave è di natura comunicativa: continuando a parlare del tema migratorio con i termini del conflitto si complicano i percorsi di integrazione e inserimento sociale.