L’ordinanza che riapre bar e ristoranti arriva con le tenebre, quando molti erano già tra le braccia di Hypnos, il Dio del sonno. Jole Santelli, ieri sera 29 aprile, prova a giocare una partita in solitaria, proponendo una ripartenza immediata e molto ampia. Non solo l’apertura di bar e ristoranti, ma la governatrice della Regione Calabria mette sul tavolo dei giochi una riapertura a 360 gradi, consentendo di fare sport in comuni diversi da quelli in cui si risiede, di allestire i mercati rionali, e persino prevedendo la possibilità di spostarsi per raggiungere le imbarcazioni di proprietà che necessitano di interventi di manutenzione.
Quasi come se ci fosse nell’aria una voglia di tepore, di sentire sul viso, ormai contratto dalla fatica di restare soli, la salsedine del mare. Ma qualcuno, in un altro posto non lontano, nel frattempo si spegne come una candela al vento.
I sindaci disobbediscono alla Santelli
In televisione e sui giornali on-line scorrono immagini di serrande abbassate. Nonostante un’ordinanza che consente di riaprire i battenti, in Calabria sindaci e commercianti adottano una protesta silenziosa, discreta, lasciando le cose esattamente al loro posto, senza il bisogno di commentare l’amarezza per un provvedimento di cui sfugge il senso. Un bar o forse due a Cosenza ci provano e cercano di pulire qualcosa. In quella città, il sindaco è Mario Occhiuto che, fedele alle sue origini forziste, non abbandona la nave che affonda e resta vicino alla Santelli con la quale ha condiviso una lunga storia Politica.
Fuori da quel nido, però, che tende a sgretolarsi giorno dopo giorno, ritorna prepotente l’indignazione dei cittadini che, ad un’insana libertà, preferiscono una confortante prigionia. Così si riscopre la bellezza autentica di non sentirsi soli e, come le formiche, ognuno porta sulle spalle un granellino di pane per costruire un qualcosa che sia più sicuro per tutti.
Allora, accade che in altre città, tra cui Catanzaro che è il capoluogo della Regione e Reggio Calabria, i sindaci abbracciano il guanto della rivolta. Infatti, non si è mai pronti a domare l’onda del disastro e alla fretta che potrebbe scombinare le cose, alzando la forbice dei contagi, si sceglie di adottare la calma e la mitezza dei vecchi saggi illuminati.
Le virtù degli anziani in Calabria
Oggi le strade, le piazze e i piccoli centri calabresi sono come ieri, cioè vuoti. Per alcuni si tratta di una condizione difficile da sopportare, ma per tantissimi la speranza si esprime anche restando a casa. Il sole bacia i volti dalle finestre, soprattutto dei molti giovani che aiutano le famiglie e gli anziani. Questi ultimi parlano di virtù che hanno conosciuto a suon di sacrifici e talvolta di umiliazioni. Pertanto, si può ripartire, ma non senza di loro e questo i calabresi lo sanno bene.