L’assalto dei sostenitori pro-Trump al Congresso degli Stati Uniti era prevedibile. Anzi, per anni lo stesso Donald Trump ha coltivato e dato spazio a questa possibilità: ha attaccato la stampa libera definendola veicolo di “fake news” (e infatti sono tanti i giornalisti che ieri a Washington sono stati attaccati e picchiati); ha simpatizzato con le più screditate teorie del complotto; ha sostenuto milizie di estrema destra, neonazisti e suprematisti bianchi fino alla recente chiamata alle armi “stand back e stand by” rivolta ai Proud Boys, gruppo di estrema destra che ha partecipato agli scontri di Capitol Hill. Per capire come siamo arrivati a questo punto - ma soprattutto la complessità e la pericolosità di quanto successo a Washington - è importante raccontare in che modo Trump ha celebrato e fatto crescere una teoria della cospirazione che dagli Stati Uniti si è diffusa anche in Italia: QAnon.

Questo perché la fine di Trump presidente - come abbiamo visto in questi giorni - non rappresenta affatto la fine del suo potere e della sua capacità di organizzare migliaia di estremisti.

Perché parlare di QAnon

Tutto è iniziato nel 2017, nonostante i segni di questa attrazione della Casa Bianca di Trump per le Fake News e il cospirazionismo era cosa nota da tempo. L’esempio più chiaro è il rapporto dell’amministrazione uscente con QAnon, un movimento nato da una teoria del complotto apparsa alla fine del 2017 su alcuni canali gestiti dall’alt-right nella imageboard 4chan.

Riassunto breve: l’élite militare, burocratica e finanziaria degli Stati Uniti, il deep state, sta cercando di distruggere Donald Trump dall’interno. Tra il 2017 e il 2018 il gruppo è cresciuto moltissimo con l’aiuto dei forum online della destra estrema, di alcuni subreddit e dei sostenitori di Donald Trump; nel 2018, alla fine di luglio, i seguaci di Q hanno fatto il loro esordio nel mondo reale, durante un comizio a Tampa, in Florida: mentre Trump dava il suo endorsement all’allora candidato repubblicano a governatore della Florida, Ron DeSantis, tra il pubblico decine di suoi sostenitori hanno mostrato la scritta “we are Q”.

I sostenitori indossavano magliette, alcune con lo slogan “where we go one, we go all” e “we are storm” (storm è l’altro nome del movimento). Ma l’immagine che descrive in modo perfetto quella giornata, il 31 luglio 2018, è il volto di Jim Acosta, contestato dai seguaci di Q mentre cerca di collegarsi con lo studio.

Tutti conoscono l’attrazione morbosa di Trump per le teorie del complotto: da anni dà credito alla leggenda metropolitana secondo la quale Barack Obama non sarebbe nato negli Stati Uniti e dunque non avrebbe potuto candidarsi alla presidenza.

Più di recente ha appoggiato una fake news sul governo del Sudafrica che avrebbe sottratto terreno ai contadini bianchi, bufala che circola da tempo tra i neonazisti. Ma QAnon ha fatto di più: è entrato nello Studio ovale. Lo testimonia una foto in cui il principale sponsor mediatico di QAnon, Michael Lionel Lebron (soprannome King QAnon), posa con la moglie alle spalle di Trump, che è seduto alla scrivania presidenziale. Lebron ha rassicurato i suoi follower che il presidente conosce il movimento anche se nel corso del loro incontro alla Casa Bianca non ne hanno parlato. Ma chi è e cosa vuole Q?

Il deep state deviato, l’arresto di Hillary Clinton e il Pizzagate

Il 28 ottobre 2018 Q ha per la prima volta postato sulla /pol/ board di 4chan, un canale per discutere di Politica, che in realtà è usato soprattutto dalla destra estrema per diffondere contenuti razzisti e sessisti.

Nel primo post Q non ha fatto riferimento al fantomatico complotto per destituire Trump. Ma ha invece pubblicato una specie di cablogramma in cui si descrive l’imminente arresto di Hillary Clinton, che come sappiamo non è mai avvenuto, come decine di altre previsioni fatte da Q. L’idea diventa sempre più chiara con il passare dei giorni: il presidente degli Stati Uniti è in pericolo, c’è un colpo di stato in corso per fermare la sua agenda che prevede di riportare gli Stati Uniti a fasti di un’età dell’oro ormai finita. I post diventano sempre più difficili da decifrare, fino a quando viene predetto che Trump, nel novembre del 2017, avrebbe posto gli Usa sotto il controllo militare, cosa che sarebbe stata seguita da scontri e manifestazioni.

Nulla di tutto questo è mai accaduto. Ma nel frattempo Q diventava sempre più imponente.

Q è un nome collettivo gestito da più utenti e fa riferimento alla Q clearance, l’autorizzazione necessaria per avere accesso a documenti classificati del Department of Energy degli Stati Uniti. Il suffisso Anon invece fa riferimento al fatto che è anonimo. Q sostiene di essere un funzionario del governo e di avere accesso a documenti riservati che proverebbero la cospirazione, orchestrata da politici, attori di Hollywood, funzionari americani di alto rango: sarebbero tutti colpevoli di fare parte di una rete internazionale di pedofili. E qui la storia si intreccia a un’altra teoria del complotto: il Pizzagate.

Siamo nel 2016, nei momenti più difficili della sfida per la presidenza tra Clinton e Trump. Sul sito cospirazionista Godlike Productions alcuni membri dell’alt-right iniziano a sostenere che nelle mail dell’allora capo della campagna elettorale di Clinton, John Podesta, pubblicate da poco da WikiLeaks, ci fossero diverse parole in codice attraverso le quali il partito democratico avrebbe gestito un traffico di bambini per condurre riti satanici e abusarne. Il centro di questo mondo occulto sarebbe una pizzeria di Washington D.C., Comet Ping Pong. Da qui il nome Pizzagate. Questa teoria si è mescolata con le posizioni cospirazioniste del sito InfoWars di Alex Jones e con decine di altre teorie del complotto dando vita alla base di Q.

Tra le notizie false che ha diffuso Q ci sono: il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, è un pupazzo controllato dalla Cia; Debbie Wasserman Schultz, ex capo del Democratic National Committee, avrebbe assunto alcuni membri della gang salvadoregna MS-13 per uccidere un membro del suo staff, Seth Conrad Rich, assassinato nel 2016 in circostanze poco chiare; la cancelliera tedesca, Angela Merkel, sarebbe la nipote di Adolf Hitler; Barack Obama, Hillary Clinton e (chiaramente) George Soros starebbero preparando un colpo di stato e trafficherebbero bambini.

Barkun: i complottisti 'non sono educati a sviluppare capacità critiche'

“Credo che la diffusione di teorie del complotto abbia a che fare con il fatto che le persone non siano state educate a sviluppare capacità critiche.

Per questo motivo spesso non riescono a separare la verità dalla menzogna”, dice Michael Barkun, professore di scienze e politiche della Syracuse University, nello Stato di New York, uno dei massimi esperti di teorie del complotto.

Barkun ha discusso di QAnon con Marc Fisher in un articolo pubblicato dal Washington Post. “Tutti vogliamo storie che danno un senso al mondo - sostiene Barkun -. Quando non riusciamo a trovarle, le cerchiamo in posti strani. La fine della Guerra fredda ci ha privato di una delle storie che ha dato senso al nostro mondo, la tensione tra il mondo libero e quello che Ronald Reagan ha definito ‘impero del male’ dell’Unione sovietica. Nulla può rimpiazzare quella storia”.

Per Barkun il deep state è un classico del cospirazionismo e anche uno dei temi preferiti da Trump e dal suo ex stratega, Steve Bannon, che nel frattempo sta cercando di riunire tutti i sovranisti d’Europa sotto un’unica bandiera.

Nonostante il debunking e le decine di previsioni che non si sono mai avverate, QAnon continua a crescere e ad attrarre i big della destra più estrema: Alex Jones ha più volte adulato il gruppo. L’attrice Roseanne Barr - Abc ha deciso di sospendere il suo programma dopo un tweet razzista - ha diffuso alcuni tweet di Q. Secondo QAnon, proprio Donald Trump avrebbe dato un chiaro segnale dell’esistenza di un complotto per eliminarlo. Nell’ottobre del 2017, indicando una uniforme nel corso di una cerimonia militare, il presidente Usa ha detto: “Sapete cosa rappresenta?

Forse è la calma prima della tempesta”. Per i complottisti si tratta di una chiara richiesta di aiuto: prepariamoci alla tempesta per fermare il deep state che mi vuole mettere fuorigioco. E Trump, non ha mai smentito, anzi ha usato il potere di Q per aumentare i suoi consensi, facendo prima entrare alla Casa Bianca il partito dei cospirazionisti, poi, dopo la sconfitta netta contro Joe Biden, muovendolo contro le istituzioni democratiche portando agli scontri di mercoledì 6 gennaio a Capitol Hill.

QAnon in Italia

Negli ultimi anni diversi politici e cospirazionisti italiani hanno sostenuto le idee di QAnon. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ad esempio è popolarissimo sui blog e sulle pagine Facebook in cui si inneggia a Trump e a QAnon.

Lo stesso Salvini che a novembre - durante le elezioni presidenziali Usa - girava con una mascherina pro-Trump e dichiarava: “Non ho perso la speranza che vinca”. Secondo alcuni militanti, Salvini (come Trump del resto) avrebbe dato il suo appoggio al movimento cospirazionista: “Mai fermarsi! Mai avere paura! Sempre avanti!”, ha detto nel settembre del 2020 facendo riferimento ai simpatizzanti di Q.

C’è poi il sito italiano di QAnon che ha celebrato l’attacco al Congresso americano scrivendo: “06/01/2021: LA SVOLTA”, spiegando che la manifestazione sarebbe stata pacifica se non fosse stato per alcuni infiltrati Antifa (notizia ampiamente smentita, visto che gli scontri e le violenze sono da attribuire solo all’estrema destra vicina a Trump).

Sempre in Italia un’altra politica “ammirata” dai seguaci di Q è Sara Cunial, eletta alla Camera con il Movimento 5 stelle, oggi nel gruppo misto. Cunial è una convinta antivaccinista e la scorsa estate si è fatta fotografare con Alicia Erazo, sostenitrice di Trump e di diverse teorie del complotto tra cui quelle di QAnon.

Intanto la maggior parte dei politici italiani - compreso Salvini - hanno condannato le violenze di Washington: “La violenza non è mai la soluzione, mai. Viva la Libertà e la Democrazia, sempre e dovunque”, ha scritto su Twitter. I commenti, oltre 3.000, sono soprattutto di simpatizzanti dell’alt-right americana che in Italia sono molto vicini alla Lega. Il riassunto di cosa hanno risposto a Salvini? Non c'è stato alcun attacco, tutto montato dalla stampa e dalla sinistra dei media mainstream.