Alle ore 15 di oggi, lunedì 4 ottobre, si sono chiuse le urne per eleggere i sindaci di numerose città italiane, tra cui la capitale Roma, manche Milano, Torino, Napoli e Bologna.
Nel momento in cui scriviamo lo scrutinio è ancora in corso, anche se qualche risultato definitivo pare delinearsi, come la rielezione di Beppe Sala a Milano e l'elezione a sindaco di Napoli per Manfredi: secondo tutte le proiezioni, infatti, i due candidati superano (abbondantemente) il 50% dei voti ottenuti, ottenendo dunque la vittoria già al primo turno.
Il dato dell'affluenza parla di un 54,5% su base nazionale, ma nelle grandi città essa è stata spesso inferiore al 50%.
A Napoli l'affluenza più bassa di sempre in un primo turno di una elezione amministrativa
C'è un dato che balza subito agli occhi: quello dell'affluenza. Nelle grandi città, in particolare, vi è stato un crollo che si può definire storico, al punto che le città di Roma, Milano e Napoli hanno registrato un'affluenza inferiore al 50%, in pratica che hanno votato meno della metà degli elettori che avrebbero potuto farlo.
Iniziamo da Milano: si è recato alle urne solo il 47,6% degli aventi diritto. Dato nettamente più basso rispetto a quello registrato nelle scorse elezioni, avvenute nel giugno 2016, quando l'affluenza toccò quota 54,6%.
Una situazione ancora peggiore è invece quella di Napoli: l'affluenza si è fermata al 47,19%, facendo registrare il dato più basso di sempre in un primo turno di elezione amministrativa.
Alle elezioni comunali precedenti del 2016 si presentò ai seggi il 54,12% degli aventi diritto.
A Roma, in cinque anni, vi è stato un crollo di 8 punti percentuali nell'affluenza
Non è andata molto meglio neanche a Roma: pure nella capitale, infatti, l'affluenza si è fermata sotto alla metà degli aventi diritto, precisamente al 48,8%.
Nel 2016 aveva votato al primo turno il 57,03%: ciò significa che, in cinque anni, si sono persi oltre otto punti percentuali (peraltro in quell'occasione si votò nella sola giornata di domenica, mentre stavolta anche il lunedì).
Tra le grandi città si è distinta in positivo Bologna, capace di superare la soglia del 50% di affluenza (in particolare la percentuale è arrivata a 51,16.
Anche qui, comunque, il mondo della Politica ha poco da sorridere: nel 2016 l'affluenza nel capoluogo emiliano sfiorò il 60%.
Il dato peggiore, però, si è registrato a Siena e provincia, dove gli elettori erano chiamati alle urne per le elezioni suppletive della Camera dei Deputati. Una tornata elettorale molto importante anche a livello nazionale, vista la candidatura del segretario del Partito Democratico Enrico Letta, ma evidentemente non troppo sentita dagli elettori. Hanno votato solo 71.868 elettori, per un'affluenza di appena 35,93%.
Il crollo generalizzato dell'affluenza dovrebbe far riflettere tutti, in quanto evidenzia un malcontento e un'insoddisfazione diffusa nella popolazione. Un sentimento, quello della cosiddetta "antipolitica" o comunque dell'indifferenza alle sorti dei partiti, che probabilmente è cresciuto negli ultimi mesi, anche a causa delle difficoltà economiche successive alla pandemia da Covid-19.