Sono stati oltre trenta gli studenti della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Palermo, ad assistere alla due giorni di lezioni teorico-pratiche sull’atletica leggera paralimpica curata dalla Fispes (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) e presentata dal tecnico nazionale federale, Francesco La Versa in collaborazione con il professore di Scienze delle Attività Motorie Sportive Preventive Adattate, Giuseppe Battaglia che si sono svolte martedì 26 e mercoledì 27 novembre scorsi.

Full immersion nell'atletica paralimpica

La prima giornata formativa, si è articolata in lezioni teoriche, che si sono svolte presso le aule della Facoltà di Scienze Motorie, mentre la seconda ha previsto una serie di attività pratiche e dimostrative in campo che si sono, invece, svolte all'interno del CUS (Centro Sportivo Universitario) di Palermo.

Ad arricchire l'iniziativa formativa con la sua testimonianza, è stato il lanciatore amputato Stanislav Ricci, primatista italiano del giavellotto nella sua categoria F63, che ha risposto alle domande degli studenti e ha supervisionato l'esecuzione di alcune loro prove pratiche.

"I riflettori sul mondo paralimpico sono finalmente accesi - ha affermato Stanislav Ricci in esclusiva per Blasting News - e non possiamo parlare di un miracolo, ma dell'impegno e della perseveranza che alcune persone hanno per promuovere giorno dopo giorno il paramovimento".

"L’incontro con i ragazzi della facoltà di scienze motorie di Palermo, grazie a Francesco La Versa ed il professor Giuseppe Battaglia - ha proseguito l'atleta - non è altro che un’ennesima battaglia vinta, non solo per persone con disabilità, ma anche per gli stessi studenti, che hanno avuto una possibilità di acquisire una formazione sia di tipo umano che professionale".

"Abito a Bologna - ha continuato - e nella nostra regione abbiamo dei centri eccellenti, come Montecatone e Centro Protesico INAIL di Vigorso, che con la loro decennale esperienza, competenza e ricerca all’avanguardia riescono a dare una speranza di vita “normale” alle persone con gravi o gravissime difficoltà fisiche".

Quest’anno con la Fispes, Stanislav e tutto il team federale, hanno avuto modo di fare diversi incontri e promuovere, soprattutto nelle scuole, il proprio mondo, con eccellenti risultati e molto, moltissimo entusiasmo.

Molto lavoro c'è ancora da fare, ma la strada è quella giusta: "Abbiamo fatto vedere ai ragazzi quello che sappiamo fare, nonostante le nostre difficoltà fisiche, ma anche fatto capire cosa c’è dietro agli adattamenti e quanto lavoro c’è dietro ad una protesi. Con l’esperienza di Francesco La Versa e la nostra, come atleti paralimpici, siamo stati in grado di mostrare agli studenti l’esistenza di un importante sbocco lavorativo".

"Non faccio parte della Fispes da molto tempo - ha concluso Ricci - ma ho avuto la possibilità di vivere questa grande famiglia e posso dire che l’impegno professionale ed umano dei dirigenti, tecnici, tecnici protesici e molti altri è impressionante. Non ci resta che continuare ad abbattere i numerosi muri facendo informazione su tutto il territorio, lo sport è di tutti e spesso può essere una cura".

L'origine dello sport paralimpico

Lo sport adattato alle persone con disabilità, ha origini non troppo lontane. Infatti, nel secondo dopoguerra, quando moltissimi reduci presentavano mutilazioni e gravi problematiche di natura sia fisica che psicologica che ne aumentava il rischio di mortalità per complicazioni cardiache, il medico neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico, Ludwig Guttmann, intuì che la pratica sportiva potesse alleviare queste sofferenze e fece dello sport adattato una seconda opportunità per tante persone.

Tra le tante attività sportive attualmente attive a livello paralimpico, l'atletica leggera è stata una delle prime discipline ad essere inserita nel programma agonistico e rappresenta, da sempre, la disciplina sportiva per eccellenza grazie alle numerose specialità che la compongono quali corsa, lanci e salti.