Domenica è arrivata la notizia tanto attesa della nomina dell'assessore che subentra al compianto archeologo Sebastiano Tusa alla guida dell'Assessorato ai Beni Culturali della Regione siciliana. Si tratta del giornalista palermitano Alberto Samonà. La notizia è giunta in un clima teso alimentato dalla decisione del presidente Nello Musumeci di cedere la poltrona ad un esponente della Lega di Matteo Salvini.

La nomina di Samonà ad assessore

La nomina di Samonà si rileva una scelta obbligata per il leader del partito politico #DiventeràBellissima che nel 2017 riuscì a vincere le elezioni regionali in Sicilia grazie alla coalizione di centrodestra di cui faceva parte anche il movimento Noi con Salvini, che per l'occasione si presentò in una lista unica con Fratelli d'Italia, ottenendo il 5,65 % dei voti e la contestuale conquista di tre seggi all'Assemblea Regionale Siciliana.

La scelta è espressione di quel movimento politico a doppia guida Meloni-Salvini. Il nuovo Assessore è un giornalista professionista che sin dalla fine degli anni Ottanta ha militato come dirigente del Fronte della Gioventù palermitano, l'organizzazione giovanile del MSI, dove confluì nel 1970 un altro movimento, quello della Giovane Italia in cui militava a 15 anni il governatore Musumeci. Samonà dopo aver provato invano negli anni scorsi a farsi eleggere all'interno del Movimento 5 stelle, è stato accolto nelle fila della Lega, che nel 2018 lo ha scelto come responsabile cultura della Sicilia occidentale. Domenica è arrivato l'annuncio di Musumeci: "Dopo l'irripetibile stagione dei tecnici - ha detto il governatore Musumeci - Alberto Samonà è la giusta sintesi della militanza Politica e della competenza professionale.

Lo conosco da anni e sono certo che saprà svolgere con passione il ruolo che, di intesa con il suo partito, ho voluto affidargli".

La doppia polemica: siciliani contro la Lega, Sinistra contro Samonà

Ad accendere gli animi è stata, prima ancora che venisse reso noto il nome prescelto, la decisione di far entrare in giunta la Lega di Salvini.

Decisione epocale per la storia politica della Sicilia. Moltissime le dimostrazioni di dissenso da parte di cittadini siciliani che hanno sentito come troppo stridenti la vocazione meridionalista di #DiventeràBellissima con la storia politica della Lega che ha spesso, tramite il suo leader politico, aggredito verbalmente siciliani e napoletani.

L'oltraggio è stato vissuto da molti cittadini come un attacco diretto che hanno protestato mediante numerosi gruppi social e petizioni parlando di una offesa che una decisione di questo tipo avrebbe significato per i siciliani. Un esempio sono il gruppo Facebook Sleghiamolasicilia No i Beni Culturali alla Lega e diverse petizioni sulla piattaforma Change.org, come La Cultura siciliana non si Lega e Fuori la Lega dai Beni Culturali della Regione Siciliana che hanno raggiunto in pochi giorni i 60.000 sostenitori.

Nonostante l'aspra polemica, Musumeci ha tirato dritto per la sua strada nominando un po' a sorpresa proprio Samonà. La scelta è riuscita a smuovere un po' la situazione. Da un lato si è assistito ad un ridimensionamento delle critiche, perché la scelta del giornalista è stata accettata positivamente da tanti che vedono in lui una persona seria, culturalmente preparata a coprire un ruolo di questo tipo.

Dall'altro lato la polemica è ripartita dal fronte più politicamente a sinistra che ha accusato Samonà di essere espressione di una destra antidemocratica, di rinnegare i valori della Resistenza. Il post pubblicato da Andrea Scanzi sulla sua pagina Facebook esprime questo sentire. Raccoglie un po' delle dichiarazioni rilasciate negli anni dal neo assessore.

Stamattina Musumeci ha commentato le polemiche di questi giorni

Le polemiche sono continuate stamattina quando il governatore Musumeci, intervistato dal Tgr RAI Sicilia, ha voluto commentare le critiche che hanno accompagnato la nomina del neo assessore ai Beni Culturali dicendo - in riferimento a quanti hanno protestato - che si tratta di una "sparuta minoranza" e che “la gente per bene non parla, sta a casa”.