Nonostante i buoni propositi e gli annunci delle ultime ore, il governo Letta ha varato una legge economica pari a 11,5 miliardi che trova pochi plausi e tante critiche, a cominciare dai sindacati, disposti a scioperare, per finire con i consumatori. Partiamo però con ordine.

Si sa che il governo Letta si vanta di non aver aumentato tasse, dimenticando l'aumento Iva di qualche giorno fa al 22%, di non aver fatto tagli alla sanità ufficialmente per la bravura del ministro Lorenzin, in realtà si sospetta che fosse più uno specchietto per le allodole per i più creduloni che una necessità reale.

Nessuno avrebbe fermato la mannaia di un nuovo balzello se realmente necessario.

Il governo ha rivendicato anche con orgoglio di aver i conti in ordine: questo in realtà interessa maggiormente all' Europa ed ai suoi professori, che ai cittadini italiani, più preoccupati di sopravvivere che ai calcoli matematici, ma soprattutto di aver fatto tanto per agganciare la ripresa. 

A tal proposito tutte e tre le maggiori sigle sindacali si sono dette pronte ad uno sciopero generale. Su tutte i più scontenti sono quelli della Uil di Angeletti per il trattamento riservato agli impiegati pubblici, ovvero blocco dei contratti, i turn over, taglio straordinari e misure sulla liquidazione.

Non meno scontenta e delusa è Confindustria, come ha ribadito il suo Presidente Squinzi, rimarcando come, sebbene la strada intrapresa dal governo vada nella direzione giusta, ci voleva maggiore coraggio per dare una scossa vera a questo Paese agonizzante per farlo ripartire.

Purtroppo però, ciò che colpisce maggiormente i cittadini è la falsa tassa introdotta sulla casa sotto mentite spoglie ovvero la Trise, la combinazione magica tra Tasi più Tari.

Ora a fronte di un massimo di 14 euro in più in busta paga dei lavoratori, secondo l'ultima indagine del Cgia di Mestre per il taglio del cuneo fiscale, un'altra ricerca di Federconsumatori ha evidenziato come la Trise, fresca imposta sulla casa che sostituisce l'Imu, costerà ad una famiglia media di tre persone in un appartamento di 100 mq di un centro urbano ben 345 euro annui, divisa in Tari rifiuti urbani 229 euro e Tasi 116 euro servizi indivisibili.

Questa nuova tassa sarebbe ancora più odiosa della precedente che sostituisce, perché se con l'Imu per la prima casa si poteva sperare in qualche detrazione con la possibilità di non pagarla, ora invece questo balzello colpirà tutti indistintamente, anche gli inquilini: tutta la Tari e quota della Tasi che prima erano esenti da Imu.

Ma la casa non doveva essere un bene supremo? Che fine hanno fatto le sentinelle contro le tasse e contro quelle contro la casa? Evidentemente, vista la soddisfazione durante la conferenza stampa espressa dal vice Alfano, gli interessi di chi governa non sempre coincide con quelli di chi li ha eletti..

Cambiano, dunque, i nomi, si nascondono sotto mentite spoglie, ma alla fine sempre di aggravi si parla ed al grido tanto amato dai governanti spending review, questi rispondono con tasse e missioni come Mare Nostrum con spiegamento di flotte navali ed aviazione, con buona pace dei più tartassati d'Europa.

Ad una battuta del Premier Letta "Molti avrebbero sperato che potessimo stampare moneta" ma non "ne siamo capaci né io né il ministro Saccomanni", l'unica risposta possibile è che ci si sperava solo in governanti più interessati ai propri cittadini che all'Europa ed avere in conti in ordine.