Il Senato, alle 17:42 di oggi mercoledì 27 novembre, ha stabilito che Silvio Berlusconi non è più un senatore. Erano stati presentati gli ordini del giorno in difformità con la relazione della Giunta per le Immunità (che come noto proponeva di non convalidare l'elezione di Berlusconi).
Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha preso atto che tutti gli ordini del giorno difformi sono stati respinti e ha dichiarato così la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore della Repubblica Italiana. L'ex premier sarà sostituito in Senato dal primo dei non eletti della Regione Molise.
Ad agosto c'era stata la condanna definitiva, da parte della Cassazione, dell'attuale leader di Forza Italia a quattro anni di detenzione (di cui tre beneficiati dall'indulto), per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset.
Immediata la reazione di Silvio Berlusconi, che fa sapere di non avere la benché minima intenzione di ritirarsi dalla politica. Fa notare come anche altri leader politici non siano parlamentari (vedi Grillo e Renzi), e chiede ancora una volta l'elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Berlusconi parla di "giornata di lutto per la democrazia", e si scaglia ancora una volta contro una parte della magistratura, che definisce di sinistra e che si sarebbe data come missione "la via giudiziaria al socialismo".
Ecco le reazioni dal mondo politico. Per Guglielmo Epifani, attuale segretario del Partito Democratico, oggi "è solo una giornata in cui si è applicata la legge", mentre per l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno si tratta di "un brutto giorno per la democrazia". Fabrizio Cicchitto parla di "uso politico della giustizia", mentre per Daniela Santanchè con Berlusconi oggi sarebbe "decaduta la democrazia".