Santiago, 18 novembre - Lo scenario delle presidenziali appare, dopo il primo turno, già definito. Si sfideranno al ballottaggio Michelle Bachelet, leader della coalizione di centro-sinistra Nueva mayorìa e già presidente del Cile dal 2006 e il 2010, ed Evelyn Matthei, candidata principale della destra.

Il risultato sembra di fatto già scritto perché nel 47% di voti ricevuti dalla coalizione della Bachelet manca un 18% andato a frange più radicali della sinistra che presumibilmente confluirà alla coalizione. La situazione nella destra sembra invece critica e a peggiorarla sono arrivate le dichiarazioni del candidato indipendente Franco Parisi che ha affermato che non andrà a votare al secondo turno e ha definito la Matthei una persona "mala".

La vittoria del centro-sinistra appare ancora più eclatante per il fatto che in un sistema elettorale binominale come quello cileno (e che quindi spesso si rispecchia in un parlamento diviso in due tra le grandi coalizioni in cui è difficile far passare riforme radicali) si sono verificati alcuni "doblajes", ovvero in alcuni seggi la coalizione del centro-sinistra è riuscita a ottenere più del doppio dei voti della destra e quindi a portare due candidati su due in Parlamento.

Da notare anche l'ingresso in parlamento di Camilla Vallejo e di altri tre rappresentanti del movimento studentesco che dal 2011 hanno spesso attaccato la mediocrità della politica cilena ed è diventato la voce del rinnovamento e del cambiamento istituzionale.