Ci siamo: domani è il grande giorno, si vota il nuovo segretario del Pd. Com'è noto ormai a tutti,sono 3 i candidati alla guida del partito di Centrosinistra: ilfavorito Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze ed expresidente della Provincia, lo sfidante Gianni Cuperlo el'outsider Giuseppe Civati.

Come per ogni elezione, dare o menola preferenza a uno dei tre può fare la differenza, una differenzache tra i tre competitor al rush finale per la segreteria emerge intutta la sua evidenza se ci si avvicina, inoltre, ad una più attentaanalisi del linguaggio e lo stile adoperato in occasione dell'ultimomatch televisivo che li ha visti fronteggiarsi difronte al pubblicodi Sky24.

Bisogna da subito dire che ogni candidato ha pensatobene di rivolgersi per l'occasione al proprio elettorato di fiducia,senza apportare grandi stravolgimenti al proprio bagaglio di idee,che magari potessero tra l'altro catturare la già eccitataattenzione dei media mettendoli in difficoltà. Bisogna, dunque,ammettere che tutti e tre hanno fatto il proprio dovere ed hannosfruttato pienamente il tempo a loro disposizione, ma è interessanteanche rivelare come probabilmente le più grandi differenze emergonose si indaga più attentamente il linguaggio e la scelta delle loroparole.

Sebbene secondo i parametri del cd. indice Gulpease,ossia l'indice di leggibilità di un testo che si basa sullalunghezza delle parole e delle frasi, i tre hanno superato tutti lasoglia minima, per cui sono "comprensibili" ad un adolescente cosìcome ad un adulto con bassa scolarizzazione, probabilmente il sindacodi Firenze Renzi si è dimostrato il più abile comunicatore.

Ildiscorso di Renzi pronunciato davanti alle telecamere è quello cheha raggiunto infatti il maggior numero di ascoltatori, forse unsuccesso che si deve all'abilità del sindaco della cittàrinascimentale di scegliere sempre parole brevi e frasi semplici cheper loro stessa natura hanno il merito di fare breccianell'attenzione degli ascoltatori.

Con lo stesso numero di parole,indicativamente 100, Matteo Renzi si è dimostrato più capace asaper costruire un maggior numero di frasi; 5,4 frasi contro le 4,2di Civati e le 3,1 di Cuperlo.

Proprio quello che sembrerebbe ilgrande sfidante di Renzi alla segreteria del partito, Gianni Cuperlo, tando ai parametri Gulpease, si è dimostratopiù in difficoltà; il linguaggio del leader appartenente all'areadei Dalemiani si è dimostrato infatti troppo "aristocratico" peravere presa negli ascoltatori.

Le parole di Cuperlo difettano,sostengono gli esperti, nell'essere troppo raffinate e in certi casipersino obsolete. Interessante è infatti notare che se gli altri duesfidanti, Renzi e Civati, sono soliti parlare di "politica" e di "società", Cuperlo è più incline a fare uso più spesso dellaparola "partito", una scelta semantica che potrebbe fare anche ladifferenza.

Anche Civati, sebbene secondo a Renzi, si è dimostratoun abile comunicatore, e c'è chi sostiene come la sua candidaturapossa rappresentare la vera sorpresa nelle primarie Pd: i discorsidel lombardo Civati hanno fatto leva infatti sui condivisi sentimentidi rinnovamento politico e sociale, insistendo dunque su concetti"paese","campagna", "cosa", "sera", "questione", diversamenteda Renzi che ha adoperato termini certamente più tecnici come"euro","cosa", "privatizzazione" e "governo".

In conclusione,Renzi si dimostra ancora una volta un ottimo comunicatore, capace dirivolgersi ad una platea più ampia rispetto agli altri competitor dipartito, mentre Cuperlo, sebbene il suo linguaggio ne confermal'elevata cultura e la capacità di non cadere in fraintendimenti,probabilmente rappresenta anche il suo limite se inserito all'internodi un contesto competitivo come quello che si celebrerà domani,mentre Civati non è semplice da definire e da classificare, erappresenta il classico 'outsider' presente in ogni competizione.

Peccato che la politica non si limita alle parole.