Il tempo della delega in bianco è finito: appurato che il rapporto di fiducia tra il popolo e coloro che dovrebbero rappresentarne le istanze del tempo, vive, di giorno in giorno, una lacerazione sempre più profonda, si necessita di un cambio di rotta, pur sempre democratico si intenda, ma netto e che impegni direttamente i cittadini nell'attività di controllo delle istituzioni, di promozione e coinvolgimento reale nell'attività legislativa.


La maschera della democrazia rappresentativa nasconde troppo spesso il volto di interessi lobbistici e di settore che nulla hanno a che vedere con il mandato affidato ai partiti che, in questa fase storica, non sembrano neanche impegnarsi a nascondere il tradimento portato avanti nei confronti dei loro rappresentati. E così assistiamo al trascorrere di giorni, mesi, anni in cui i dibattiti politici galleggiano su un mare di argomenti che riempiono i salotti televisivi ma che, raramente, scendono in profondità ed arrivano ad una celere conclusione.


Un esempio fra tutti è dato dalla legge elettorale, il Porcellum, che ha potuto allegramente rotolarsi nel fango del sistema perché faceva comodo scannarlo e inveire contro di lui soltanto all'esito dell'ultima competizione elettorale, dopo averne mangiato avidamente ogni parte al fine di ingrossare i propri seggi grazie al premio di maggioranza.


Per questo motivo e proprio adesso che un accordo tra Renzi e Berlusconi pare si sia trovato all'interno di una stanza del Nazareno adibita a festa per l'occasione, appare meschino il tentativo di etichettare il M5S come una forza che si sottrae al confronto sulla legge elettorale. Forse chi sostiene ciò non è in buona fede o, perlomeno, dimentica che la sede per trovare un accordo di così ampia portata ed interesse non è la sede del PD bensì un luogo un tantino più rilevante che qualche nostalgico della democrazia ama ancora chiamare "Parlamento".

Il nuovo modello di sistema elettorale, nato dalla liaison PD-Forza Italia ed appena venuto alla luce, è già stato ribattezzato Italicum, quasi a volere far passare il messaggio implicito che questa legge elettorale è un prodotto stesso degli italiani, quegli stessi italiani che gridano da anni il ritorno al sistema delle preferenze che, stando alle prime ore, l'Italicum non dovrebbe prevedere.


Se il Porcellum era stato definito dal suo stesso padre creatore, il leghista Calderoli, come una porcata, palesando sin dall'inizio le attitudini poco nobili di un tale sistema elettorale, chi spiegherà agli italiani, qualora anche stavolta dovessero rinunciare alle preferenze, che adesso il Porcellum non grugnisce più ma parla Italicum?