Il neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato alla meta. Con i suoi Ministri, ha giurato davanti al Capo dello Stato con la presentazione dei suoi Ministri. Era assente il Ministro dell'economia in viaggio dall'Australia. Una cerimonia sobria e con poco entusiasmo, pochi sorrisi, poca voglia di parlare, quasi un'aria da funerale più che un cerimoniale.

Ma il momento più triste, più serioso, è avvenuto alla consegna del campanello da parte di Letta a Renzi. Non ha suonato come capita in queste occasioni, perché Letta si è presentato con una faccia molto tirata, con tanta tristezza sul viso, e non ha proferito una parola, ma solo una stretta di mano all'amico, fino a poco tempo prima, Renzi, pure lui serio e contenuto.

In quel momento era arrivato il gelo siberiano fra i due amici o ( nemici ) di partito che chissà se andando avanti lo saranno ancora. Poi, il saluto con la mano di Letta e la sua uscita ingloriosa di scena. Ingloriosa perché non si aspettava un simile sgarbo dal suo amico Sindaco che fino a qualche settimana fa andava si picconando, ma assicurava che quella " Poltrona " a lui non interessava: invece, nel giro di una settimana, si è consumato il furto.

Ormai si sa come sono andate le cose. Renzi è stato senz'altro il promotore, l'iniziatore, poi ci ha pensato il partito e gli ordini di questo partito non si discutono, ma si eseguono senza battere i pugni sul tavolo. Certamente, il lavoro che attende neo Presidente non è dei più facili, anche se l'euforia è tanta, ma bisogna convenire che tanti politici illustri si sono bruciati e caduti nella polvere. Speriamo non sia così per Renzi, in quanto gli italiani hanno urgente bisogno di un governo che faccia le riforme e metta in moto l'economia ferma e senza benzina.