Da qualche mese si sta cercando di descrivere la Spagna come una nazione che si sta riprendendo dalla crisi economica; la stessa Spagna però che ha un tasso di disoccupazione pressoché doppio di quello italiano. Martedì 4 febbraio, il Ministero del Lavoro spagnolo ha pubblicato i primi dati sull'evoluzione del mercato del lavoro nel 2014: nel mese di gennaio, tradizionalmente un mese negativo per le statistiche sull'impiego, il numero dei membri della previdenza sociale è sceso rispetto a dicembre, con un calo dell' 1,13%, raggiungendo il livello più basso dall'aprile 2002, e nello stesso tempo il numero di disoccupati registrati nei centri dell'impiego sono aumentati del 2,4%, raggiungendo di nuovo i 4,8 milioni totali.

Ovviamente il Ministero del Lavoro prova a leggere, tra questi dati, il lato positivo; infatti gli spagnoli si dovrebbero accontentare di stare davanti al calo meno negativo dal 2007 nel mese di gennaio, tant'è che i nuovi 113000 disoccupati sono meno degli anni scorsi dove si erano raggiunte punte di 199000.

Analizzando per settori di impiego, la disoccupazione è scesa nel mese di gennaio solo nel settore delle costruzioni (-0,53%), ma è in un aumento negli altri settori. Così il terziario ha registrato il 3,3% di disoccupati in più, l'agricoltura un aumento di disoccupazione del 4% e l'industria ha registrato un aumento della disoccupazione di 3.577 persone (+0,7%).

Gli spagnoli non sembrano essere molto convinti dalle spiegazioni del governo e questo viene confermato dagli ultimi Sondaggi politici in vista delle elezioni europee.

Il partito del primo ministro Rajoy, il Partito Popolare, che aveva vinto le elezioni politiche nazionali con il 44,62% dei consensi, è dato oggi al 28,6% per l'agenzia statistica Gesop, al 30,1% per l'agenzia NC-Report e addirittura il 26,4% per l'agenzia Metroscopia.

Il suo storico partito antagonista, il Partito Socialista Operaio, paga ancora i due fallimentari governi di Zapatero, non superando il 28%, stessa percentuale presa nel 2009, mentre la perdita dei Popolari viene raccolta da due alternative ai partiti tradizionali: Izquierda Unida, data ai sondaggi tra il 12,4% di NC-Report e il 14,5% di Metroscopia, e i centristi dell'UPyD, dati tra il 7,7% e l'11,5%. Il bipolarismo si è sfasciato anche qui.