A poche settimane dalla scadenza del 28 maggio entro la quale l'Italia dovrà tassativamente risolvere il problema del sovraffollamento carceri, il Dipartimento per l'Amminisrazione Penitenziaria ha reso noto il numero delle persone presenti nei penitenziari italiani alla data del 31 marzo 2014.

I detenuti sono 65.831 a fronte di una capienza di 47.045 posti. Un dato, quest'ultimo, che suscita qualche dubbio in quanto, secondo altri documenti della stessa amministrazione penitenziaria, i posti realmente agibili sarebbero circa 43.000 (tenendo quindi conto di strutture in ristrutturazione o solo parzialmente utilizzate).

Sono però solo 39.967 i detenuti che hanno già ottenuto una condanna definitiva mentre su tutti gli altri pesa una drammatica situazione di attesa. Molto alto il numero degli stranieri presenti nei penitenziari italiani: si tratta di 23.436 persone, di cui i marocchini rappresentano la nazionalità più numerosa (seguiti da rumeni, tunisini e albanesi).

A pochi giorni quindi dalla data imposta dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, il nostro paese sembra ancora non aver trovato il bandolo della matassa, nonostante il Governo e il Ministro Orlando manifestino tutto il loro ottimismo circa una situazione, a loro avviso, migliorata rispetto agli ultimi dati resi noti proprio il 28 aprile dal Consiglio d'Europa secondo i quali nel 2012 in Italia c'erano 145 detenuti ogni 100 posti disponibili.

Dati che, secondo il Dap, sarebbero fortunatamente dimezzati nel 2014 anche se molti sono a dubitare sulla veridicità di queste affermazioni.

Resta quindi da chiedersi come sarà possibile rientrare nei parametri imposti dall'Unione Europea seguendo le sole recenti proposte del governo e senza ricorrere ai provvedimenti di clemenza quali amnistia e indulto.

E proprio per sollecitare ancora una volta il rispetto della vita umana si sono mossi i giorni scorsi Papa Franesco e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Entrambi hanno espresso infatti la propria solidarietà verso l'ennesima forma di protesta di Marco Pannella, da sempre in prima linea nella volontà di affermare i diritti dei detenuti.