Continuano le dure critiche del segretario dei Radicali Italiani Rita Bernardini nei confronti della decisione del Consiglio d'Europa di promuovere l'Italia in riferimento al problema delle carceri. Il nostro Paese è stato apprezzato per i positivi risultati ottenuti nell'ultimo anno in relazione al sovraffollamento delle carceri, grazie ad un'evidente diminuzione del numero dei detenuti oltre che alla garanzia dei tre metri quadri a disposizione per ogni persona.
Le condizioni delle caceri sono davvero migliorate?
Ma per raggiungere gli obiettivi sopra indicati, non si può certo affermare che le condizioni di vita all'interno delle carceri siano migliorate.
E' questo quanto afferma la Bernardini in un'intervista a Il Tempo: a suo avviso "Il Governo ha dato il via libera a deportazioni di massa spostando i detenuti spesso a molti chilometri di distanza dalla propria famiglia". In altre parole, per fare in modo di diminuire il numero di persone nei carceri sovraffollati, i detenuti sono stati trasferiti in strutture con posti liberi. E' questo il caso, come confermato dalla stessa Bernardini, di ben ottocento detenuti che da Poggioreale sono stati spostati in Sardegna, lontanissimi dai propri cari.
Il tutto dimostra ancora una volta che le condizioni degradanti e disumane degli istituti di pena italiani non sono affatto cessate: certo, sono in parte diminuite, ma la strada da percorrere è ancora lunga e difficile.
I Radicali continuano a chiedere l'amnistia e l'indulto
La decisione dell'Ue non sembra dunque accontentare i Radicali Italiani, da sempre in prima linea nella richiesta dell'amnistia e dell'indulto per riportare la vita nei penitenziari ad una condizione di sopportazione umana. Va aggiunto il fatto che, dopo la sentenza della Cassazione che ha abrogato la Fini-Giovanardi, gli uffici giudiziari si ritroveranno pienissimi di richieste di revisioni della pena: anche in questi casi i provvedimenti di clemenza potrebbero essere l'unica via per evitare lungaggini e sofferenze inutili. Ricordiamo, infatti, che lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è sempre detto favorevole ad una soluzione di questo tipo.