A Roma l'argomento è la corruzione nell'ambito dell'incontro del G20 anti-corruzione, dove i Paesi si sono riuniti per discutere del rafforzamento delle politiche internazionali contro malaffare e riciclaggio. L'Italia si presenta alla luce degli scandali Mose ed Expo2015 e altri rilievi della magistratura su danni ambientali prodotti dalla corruzione.

L'incontro è presieduto dal nostro Paese e dall'Australia e c'è anche Transparency International, (ONG) con le sue precise annotazioni al riguardo sulla corruzione nel mondo. È facile e semplice corrompere e riciclare per la mancanza di trasparenza e di efficaci controlli contro chi si cela veramente dietro gli affari loschi.

Per Transparency, nel 70% dei casi che coinvolgono personalità politiche, ci si serve di società occulte per nascondere la propria identità e nessun Paese condivide tali informazioni con il pubblico.

Transparency chiede l'adozione di "registri pubblici d'informazione sulla titolarità effettiva, liberamente accessibili e in formato leggibile". L'obiettivo è mostrare gli appaltatori e aiutare le aziende a "identificare i possessori delle società con cui hanno rapporti, rendendo più consapevoli le proprie decisioni d'investimento". E da qui, mette in risalto l'intervento di Transparency, arrivare anche a evidenziare "l'abuso dei trust, delle fondazioni e di altre strutture giuridiche".

Proseguendo nel suo intervento Transparency suggerisce di precludere ai corrotti e loro familiari l'accesso all'estero in quei paesi che d'accordo vogliano rendere difficile far godere ai disonesti i frutti della corruzione fuori dai confini del proprio paese.

Transparency evidenzia che il sequestro dei beni è difficile e le indagini internazionali molto costose e per questo stima che il 99% dei fondi illeciti è nascosto ed è quindi fondamentale adottare regole comuni per garantire la trasparenza del loro impiego creando anche dei registri pubblici condivisi favorendo cooperazione, semplificando leggi e abbattendo la segretezza degli istituti bancari.

Transparency pone anche la questione della difesa di chi decide di rivelare informazioni utili a scovare corrotti e corruttori, poiché "gioca un ruolo chiave nel portare alla luce comportamenti corrotti o altre malefatte" ed è con suo "alto rischio personale". Bisogna creare comunicazione sicura, e sistemi di premi per il coraggio della denuncia per identificare in modo efficace la corruzione.

Al riguardo è proposto di istituire un'Autority alla quale rivolgersi per far emergere atti di corruzione, tutelando la "soffiata" sia che provenga dal pubblico o dal privato.

In occasione dell'incontro del gruppo di lavoro G20 anti-corruzione (ACWG G20) anche il Presidente dell'A.N.AC., dott. R. Cantone, ha presentato una relazione in cui ha approfondito i temi della prevenzione e contrasto della corruzione in Italia, il quadro delle norme esistenti, i punti critici e le proposte d'intervento con le prospettive cui tendere per debellare il fenomeno che occlude la realizzazione economica e certa delle grandi opere pubbliche d'interesse nazionale in questo Paese. Ci sono stati anche interventi stranieri sull'evoluzione del fenomeno corruttivo, legame tra corruzione e criminalità organizzata, malaffare e tangenti internazionali.