Inizia la fase calda per il piano di privatizzazioni con il governo pronto a mettersi in moto per distaccarsi dai due principali colossi dell'energia Eni ed Enel, avviando in tal modo il processo di privatizzazioni a più riprese sollecitato dalla Ue e dalle necessità di far cassa per meglio programmare lo sviluppo economico e la ripresa nel Paese. L'auspicio del Tesoro è quello di ottenere le disponibilità liquide messe per iscritto nel Documento di economia e finanza che si stimano arrivare ad un totale complessivo di 10 miliardi di euro di entrate.
Sono in molti a tentare di capire come si comporterà il governo nella scelta di dismettere le quote detenute in Eni ed Enel, le maggiori indiziate per avviare il piano di privatizzazioni che ha subito una brusca accelerazione con la chiamata a raduno da parte del ministro Pier Carlo Padoan per una riunione d'urgenza che metta in chiaro i dettagli dell'operazione. Considerando che il processo che porterà all'Ipo di Poste Italiane si trova in una fase di stallo, appare plausibile l'ipotesi di una cessione di quote pari al 5% delle due società energetiche. Va detto subito che occorrerà diverso tempo per giungere a fine percorso, contrariamente alle dichiarazioni programmatiche che parlano di tempi stretti per concludere la vendita.
Solo fino all'altro ieri una delegazione di onorevoli Pd ha depositato sui banchi di Montecitorio una mozione volta a chiarire le modalità e i tempi delle dismissioni di cui sopra. A quanto è dato di sapere dai tre sindaci presenti a Rimini, Tosi, Pisapia e Nardella, verrà messa in pratica una procedura di accorpamento e razionalizzazione senza ricorrere a dismissioni di sorta.
Guardando alle rispettive perfomances sul listino azionario milanese di Borsa, nella giornata trascorsa si è verificata una lieve flessione per Eni dell'ordine del - 0,16% contro un progresso dello 0,2% di Enel che peraltro finisce nella lista dei titoli preferiti di Ubs. Da questo quadro non emergono particolari chiarimenti e per capirne qualcosa di più bisogna leggere tra le righe delle parole di Padoan.
L'intervista al Corriere della Sera
Intervistato dal quotidiano milanese, il ministro del Tesoro ha chiarito alcuni concetti essenziali: "Gli immobili e alcune partecipazioni vanno valorizzate prima di essere cedute, con azioni di management importanti. Operazioni che richiedono tempo, ma che consentono di mettere sul mercato aziende più efficienti e appetibili". Il significato di queste parole appare molto chiaro: è la conferma del fatto che non si farà così in fretta come il governo aveva lasciato ad intendere nelle scorse settimane. Dal cdm di domani che in agenda prevede il decreto Sblocca Italia si capiranno i passi da compiere per velocizzare sul dossier cessioni, ma il nodo costituito dalle valorizzazioni da dare per fare in fretta soldi necessari allo sviluppo resta ancora da sciogliere.