In data 29 Settembre, presso la direzione nazionale del Pd si è tenuta la votazione interna al partito per decretare quale direzione seguire nella sempre più discussa questione "art.18". Passa la linea di abolizione proposta da Matteo Renzi, con ben 130 voti favorevoli, 11 astenuti ed appena 20 contrari. Ciò va anche a sottolineare la debolezza numerica di quella che viene sempre più spesso apostrofata come sinistra del PD, per quanto questo appellativo possa risultare paradossale e far storcere il naso a molti elettori dem. L'opposizione interna di fatto si è limitata ai soli interventi di Bersani e D'Alema, e si è dissolta come neve al sole nell'ennesimo nulla di fatto al momento delle votazioni. Matteo Renzi, come ovvio, si dice soddisfatto della discussione e dichiara che concederà comunque un incontro ai sindacati, per discuterne. Dalle sue parole, tuttavia, non sembra lasciare alcun spiraglio per modifiche dell'ultim'ora.

L'apertura di Grillo alla 'sinistra del PD' sull'Articolo 18

C'è indubbiamente da ricordare un ulteriore tassello di questa vicenda: In data 24 settembre 2014 sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato un articolo, dalla penna del professor Aldo Giannulli, nella quale, de facto, il Movimento forniva una sponda politica alla minoranza PD con l'obiettivo, dichiarato anche sul profilo Facebook di Grillo, di fermare l'abolizione dell'articolo 18 e di destabilizzare il governo Renzi "prima che facesse ulteriori danni".

Le risposta più autorevole arriva poco dopo da Cuperlo: "Non credo dobbiamo rispondere a stupide provocazioni, far cadere Renzi sarebbe da irresponsabili", chiosando con un non troppo rispettoso nei confronti dell'apertura dei 5 stelle: "stupidaggini". Alla luce delle votazioni in Direzione, e data per assodata che ci sia una reale volontà politica di bloccare l'articolo 18 e gran parte del Jobs Act da parte de 'la sinistra del PD', la scelta di rifiutare snobbando l'apertura di M5S si è forse rivelata controproducente ai fini del raggiungimento dell'obiettivo dichiarato comune di M5S e 'Sinistra del PD'.

In attesa del voto d'aula

Va detto però che le decisioni finali si prendono -o si dovrebbero prendere- nelle opportune sedi Parlamentari e non di Partito, anche se i presupposti sembrano tutti dare per scontata una vittoria di Matteo Renzi su opposizione e opposizione interna al PD.

Nonostante le dichiarazioni pubbliche della minoranza PD per cui l'intento sarebbe stato quello di fermare la modifica della normativa, e tra tutte le affermazioni cito Corradino Mineo e la sua breve ma incisiva: "Berlusconi chiedeva abolizione dell'art.18 con più garbo di Renzi", pare però che la 'sinistra del PD' stia cambiando priorità rispetto alle sue iniziali dichiarazioni d'intenti. Voltando le spalle all'apertura del movimento 5 stelle e essendosi scoperti così numericamente deboli infatti, sembrerebbe che la lotta per il mantenimento del 18 sia finita in un nulla di fatto.