Qualcuno parla di nuovo asse Pd-M5S e di Patto del Nazareno a rischio rottura. Dopo il voto sulla responsabilità civile dei magistrati è la volta della Consulta a registrare un successo dovuto ad una nuova joint venture tra il Pd e il M5S. Cadono le vecchie candidature una dopo l'altra mentre quella proposta da Fi sulla candidatura di Stefania Bariatti non ottiene il quorum.
Habemus Candidata
Fossimo in ambienti vaticani questa sarebbe l'espressione più appropriata da usare dopo 20 consultazioni andate a vuoto. Il primo nome che esce fuori per la Consulta è quello di Silvana Sciarra sostenuta dal Pd che sfrutta l'appoggio del M5S.
Senza l'appoggio dei pentastellati non sarebbe stato possibile sbloccare questo impasse istituzionale, oggetto delle reprimende dei giorni scorsi del Presidente Napolitano. Il M5S fa l'en plein in quanto viene eletto il membro mancante del Csm da loro indicato nella figura di Alberto Zaccaria. Alla Sciarra sono andati 630 voti, Zaccaria ha raggiunto le 537 preferenze mentre per la Bariatti non è stato superato il quorum fermandosi a 493 voti. Anche nelle parole di Renzi il Patto del Nazareno appare a rischio rottura adesso.
Referendum
Alle nomine della Sciarra e di Zaccaria si è giunti attraverso un referendum on line svoltosi tra i militanti del M5S. Nell'intesa con il Pd proposta alla rete si è stabilito di far convergere i voti sulla prima ottenendo l'appoggio del Pd per l'elezione del membro della Consulta in area M5S.
Nelle dichiarazioni dell'On. Luigi Di Maio questo è chiamato il "Metodo 5 Stelle"; la definizione data rende l'idea di come questo rappresenti l'anticorpo più forte contro la politica di scambio di favori e contro la corruzione. Questo risultato indubbiamente costituisce un grande successo del M5S spesso denigrato e mal rappresentato dai media nazionali. Per Fi una sconfitta dura sulla quale meditare in vista di future elezioni alle quali il M5S potrà portare tutto il suo peso del 25% di preferenze attribuite dagli ultimi sondaggi.