Il terzo governo tecnico Renzi sta lavorando alla Camera perapprovare la legge di Stabilità del2015 tuttavia nella legge manca il capitolo delle Pensioni e molte polemiche stanno sollevando i sindacati e glistessi partiti politici per sollecitare il premier a una revisione urgente e necessaria della riforma delle Pensioni per rendere ilsistema previdenziale più sostenibile e flessibile.
Tra le proposte lanciate dal Ministro del Lavoro, Poletti c’è quella del prepensionamentoper rendere più flessibile il sistema previdenziale e gli interventi delPresidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano che ha proposto la pensioneanticipata a 62 anni dopo 35 anni di contributi, con penalizzazioni.
Sul tavolo dei lavorisono finiti anche le ipotesi del prestitopensionistico e del contributo disolidarietà sulle pensioni alte, per trovare le risorse per gli Esodati, intanto il Commissario straordinariodell’Inps Tiziano Treu in Parlamento ha proposto una riforma della pensioneanticipata Quota 100, ad indicare lasoglia di accesso al pensionamento che si raggiungerebbe calcolando la sommatra età anagrafica e età contributiva sia per i dipendenti pubblici sia per iprivati.
Tuttavia le proposte sono svanite nel nulla e al momento il governopotrebbe intervenire sulla riforma modificando le pensioni di reversibilità e invalidità e introducendole baby pensioni, ossia la possibilitàdi andare in pensione dopo 40 anni di contributi, 25 per i dipendenti locali e20 per i dipendenti pubblici, e secondo i dati di Confartigianato sono circa 17mila dipendenti statali hanno smesso di lavorare a 35 anni, mentre 78 mila sonoandati in pensione tra i 35 e 39 anni.
Malgrado l’urgenza dei provvedimenti di una riformaprevidenziale il premier Renzi continuaa tacere sulla questione e a non rilasciare da Palazzo Chigi dichiarazioniufficiali, tuttavia gli interventi finanziari per una riforma delle pensioni sonoostacolati dalla Ue che insieme al FMI hanno comunicato al governo Renzidella necessaria riduzione della spesa pensionistica in Italia.
Silenzio del premier Renzi anche sul dibattito riguardo allasospensione della pensione anticipatacon “Opzione Donna”, ossia lapossibilità delle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni con 35 anni dicontributi calcolando la pensione da erogare con il sistema contributivo nonretributivo, con una penalizzazione del 25-30% dell’assegno pensionistico.
Dal 2009 al 2014secondo i dati della Giornata Nazionale della Previdenza “Opzione Donna” èstata scelta da 17 mila lavoratrice, mentre nel 2015 per mancanza di risorsefinanziarie non sarà più consentita e mentre il governo continua a trincerarsidietro il silenzio, il Comitato Opzione Donna ha intrapreso una class action diffidando ‘l’INPS adannullare la sospensione della pensione anticipata opzione donna nel 2014.
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