Se state pensando, come tanti connazionali, di lasciare il Belpaese per trovare lavoro a Londra, bè questo è il momento giusto di farlo. Ritardare ancora di qualche mese questa decisione, non facile, rischia di renderla complicata se non impossibile. E non tanto per la (scarsa) speranza che qualcosa cambi nel nostro Paese nel breve termine o perché (anche se potrebbe essere possibile) ci avete ripensato per gli affetti che lascereste qui, bensì perché il Governo britannico sta pensando a misure per rendere più complicato immigrare in Inghilterra.

Infatti, il Premier conservatore David Cameron ha alzato la voce contro l'Unione europea e quella che ormai chiama autentica evasione. Anche noi italiani siamo nel mirino, considerati proprio come qui consideriamo gli africani e i mediorientali. Anzi, Cameron va oltre e afferma che se non saranno presi provvedimenti di comune accordo, il Paese britannico potrebbe pure uscire dall'Ue.

I provvedimenti a cui pensa

Cameron, seppur riconoscendo uno dei principi fondamentali su cui poggia fin dagli anni '50 l'idea di Europa unita, ossia la libera circolazione di merci e, appunto, persone, afferma che l'immigrazione "deve essere controllata, giusta e centrata attorno ai nostri interessi nazionali".

Dunque, nessun tetto, numeri massimi di ingressi, o freni d'emergenza, ma quanto meno una stretta per contenere gli ingressi da altri Paesi Ue. Una stretta in termini economici: limiti per l'accesso a sussidi, benefit e crediti d'imposta. In pratica vuole tagliare il welfare garantito agli immigrati. Del resto la crisi si sente anche in questi Paesi fino a qualche anno fa considerati Eldorado europei per trovare lavoro e non a caso anche la Germania pensa a provvedimenti in questa direzione.

La pressione dell'Ukip

In realtà su questa scelta non pesa solo la crisi, ma anche le elezioni incombenti (7 maggio 2015), e il Partito conservatore, più che i progressisti (ancora deboli e alla ricerca di un leader forte), temono l'Ukip di Nigel Farage. Pertanto punta a parlare "alla pancia" del Paese.