Resta irrisolto il problema del sovraffollamento carcerario, mentre la politica ha deciso di proseguire nella propria scelta di attendere che dimostrino la propria efficacia i provvedimenti alternativi decisi con lo svuota carceri 2014. Ricordiamo che il pacchetto di misure è stato recentemente citato dal Ministro della Giustizia Orlando come esempio di successo: proprio sulla possibilità per chi ha commesso reati minori di accedere a misure alternative al carcere l'Italia ha basato la propria difesa presso la Corte di Giustizia Europea, che ha di fatto accettato questa tesi come risolutiva, respingendo i ricorsi per sovraffollamento carcerario inoltrati dai reclusi italiani.
Ma seguendo le notizie che vi abbiamo riportato negli ultimi giorni, non è difficile accorgersi che la situazione non può essere definitiva ancora come definitivamente risolta. A pensarlo non sono solo i carcerati, i loro familiari e le associazioni che li sostengono; anche il principale sindacato degli agenti penitenziari Sappe si è fermato a riflettere sul punto, spiegando che le carceri restano ancora piene di eventi critici e molto difficili dal punto di vista umano.
Amnistia e indulto 2014/2015: tutto bloccato sia alla Camera che al Senato
D'altra parte, una certa distanza della politica (nonostante l'effettiva inversione di tendenza avvenuta con il Governo Renzi) sulla questione è facilmente percepibile osservando quello che sta avvenendo ora in Parlamento.
Alla Camera dei deputati sono stati appena respinti tutti gli emendamenti su amnistia e indulto presentati, al fine di arrivare ad una modifica della Costituzione utile a permettere un atto di clemenza generalizzato. Anche dal Senato della Repubblica non arrivano buone notizie: restano ancora bloccati i quattro ddl unificati per l'approvazione di un atto d'amnistia o indulto e sicuramente non vi saranno novità in merito prima del 2015.
Anche perché lo stesso Ministro Orlando ha giudicato come positiva la strada già intrapresa, che consiste nell'approvare tanti piccoli provvedimenti minori (si pensi alla depenalizzazioni di molti piccoli reati, avvenuta recentemente), piuttosto che tentare la strada di un provvedimento che non troverà sicuramente numeri sufficienti in un'eventuale discussione parlamentare.
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