All'inizio del XX secolo, la maggioranza dei cittadini afroamericani viveva negli Stati meridionali, dove erano vittime di una rigidissima discriminazione dovuta alle leggi del 1800 in cui i neri erano esclusi da ogni tipo di carica pubblica ed erano obbligati a viaggiare in carrozze diverse.

Dopo il periodo della grande depressione e l'esplosione della seconda guerra mondiale la maggioranza degli afroamericani incominciarono ad essere reclutati come operai dalle aziende del nord, questo enorme afflusso provocò preoccupazione, le autorità cercarono di limitare l'assunzione di neri, ma con la minaccia di una grande maria su Washington, il presidente Roosevelt, dovette fare un passo indietro essendo l'America arsenale delle democrazie in lotta contro il razzismo nazista.

Venne emanato l'Executive Order 8802, che vietò ogni discriminazione razziale nei processi di assunzione di personale sia nell'industria bellica sia nell'amministrazione federale, questo fu il primo provvedimento emanato dal governo statunitense a favore dei neri, seppure non vennero istituite misure per controllare l'effettivo rispetto della norma.

Il popolo afroamericano però non si accontentò di un semplice riconoscimento di pari opportunità lavorative, e a metà degli anni Cinquanta iniziò una vera e propria protesta per ottenere una vera parità di diritti.

Il primo e più significativo episodio ebbe luogo a Montgomery cittadina dell'Alabama, dove, per un anno, la popolazione nera boicottò la separazione sui trasporti pubblici che era stata istituita dall'amministrazione locale; alla guida della protesta c'era Martin Luther King Jr, giovane pastore della Chiesa battista che nel corso della sua vita si rifiutò sempre di utilizzare la violenza come strumento di protesta.

La rivolta si concluse positivamente, con la Corte suprema che dichiarò incostituzionali le leggi segregazioniste dello Stato dell'Alabama, queste sanzioni seppur con valore vincolante trovarono una grande opposizione negli stati sudisti che cercarono con ogni mezzo di impedirne l'attuazione.

Il secondo personaggio di spiccò che lotto per i diritti del popolo afroamericano, fu Malcom X, uno dei leader più radicali della protesta dei neri statunitensi, discepolo e principale propagatore della dottrina detta "la Nazione dell'islam" che affermava la separazione dei neri dai bianchi, visti come creature diaboliche incapaci di compiere altro che il male.

I due continuarono nella lotta e la diffusione delle loro dottrine, fino a quando il 21 febbraio 1965 Malcom X fu assassinato in circostanze tuttora poco chiare e nel 4 aprile 1968 venne assassinato Martin Luther King.

Le proteste intraprese dai due non sono ancora state sufficienti ad assicurare una completa attuazione della parità dei diritti tra neri e bianchi, è stato proprio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, primo presidente nero della storia americana, a diffondere i dati che mostrano una difficoltà maggiore a vedere rispettati i loro diritti per il popolo afroamericano.