I sondaggi elettorali politici Piepoli, sono stati tra i primi a segnalare il sorpasso della Lega Nord su Forza Italia; successivamente la forbice si è sempre allargata, e ora, dopo le elezioni a Presidente della Repubblica per Mattarella, ancora di più e sensibilmente il vantaggio del partito di Salvini su quello di Berlusconi è aumentato. Come abbiamo già mostrato attraverso molti sondaggi elettorali di altri istituti, il PD è la forza politica che più ha avuto da guadagnare in consenso grazie alla strategia del Premier e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi.
Sondaggi politici elettorali Piepoli Ansa febbraio 2015: intenzioni di voto
Il PD sale di un punto percentuale e arriva al 36,0%, il M5S conferma il suo 18,0%; stabile la Lega Nord al 15,5%, mentre perde ancora l'1,0% Forza Italia, che crolla al minimo storico con l'11,5%. Il dato di NCD+UDC rimane invariato al 5,0%, a seguire SEL fermo al 4,5% e Fratelli d'Italia-An al 3,5%. Altri partiti sono segnalati al 4,5%.
La vittoria strategica di Renzi nella partita del Quirinale, alla fine non ha portato chissà quale aumento di consensi al Partito Democratico secondo l'istituto Piepoli; a differenza delle intenzioni di voto di altri sondaggisti, che hanno stimato un guadagno maggiore al punto percentuale, e che soprattutto hanno indicato un netto calo di consensi del Movimento 5 Stelle che, invece, il sondaggio politico elettorale effettuato per l'Ansa, non segnala.
Il dato è strano visto che i grillini potevano agitare le acque proponendo per il Colle Prodi, mettendo in difficoltà Renzi e la minoranza PD, e ancora di più il Patto del Nazareno. Berlusconi seppur uscito sconfitto, non ha visto in Mattarella un nome avverso a differenza di quanto potesse rappresentare quello di Prodi.
Stabile anche l'allenza NCD-UDC, anche questo risulta essere un dato anomalo; d'altronde la figura del leader del Nuovo Centrodestra Alfano, è quella che è uscita peggio dalla elezione di Mattarella.
Prima l'accordo con Forza Italia per astenersi dal voto o votare scheda bianca, successivamente il dietrofront e l'annuncio del voto nella direzione della proposta di Renzi, forse per paura di perdere la poltrona da ministro. Tutto questo ha portato ad un mezzo sconquasso nel partito, dalle dimissioni di Sacconi all'abbandono della Saltamartini, passando per le forte critiche della De Girolamo.