A distanza di oltre 40 anni dal referendum sul divorzio e dopo 10 anni di lunghe discussioni in Parlamento, finalmente la Camera approva in via definitiva la legge sul divorzio breve, totalizzando 398 voti favorevoli, 28 voti contrari e 6 astensioni. Il testo normativo del divorzio breve interviene sulla legge n. 898 del 1970, modificando i tempi necessari sia per mettere fine al matrimonio dopo il periodo della separazione che per interrompere la comunione dei beni tra i coniugi. Con l'approvazione della nuova norma l'Italia si allinea ai tempi europei di attesa del divorzio, limitando la durata della separazione che talvolta supera di gran lunga quella del matrimonio.

Una scelta di civiltà e modernità, frutto di profonde riflessioni, che non sminuisce l'istituzione del matrimonio, il valore della famiglia o la tutela dei figli, ma che semplifica le procedure e snellisce i costi e i tempi della burocrazia.

Divorzio breve: le novità introdotte dalla riforma

La principale novità introdotta dalla legge sul divorzio breve riguarda i tempi per la richiesta di divorzio. Per i coniugi non sarà più necessario attendere tre anni dalla sentenza di separazione per mettere fine al matrimonio, ma sarà sufficiente attendere un anno per inoltrare la richiesta in caso di separazione giudiziale o 6 mesi in caso di separazione consensuale. La nuova normativa si applica anche alle coppie con figli o se sono presenti in famiglia minori o ragazzi con disabilità.


Con il divorzio breve, inoltre, si accorciano anche i tempi per la separazione dei beni tra i coniugi. Lo scioglimento del regime di comunione dei beni coincide con la sottoscrizione della separazione consensuale da parte dei coniugi o con l'autorizzazione del giudice a vivere separatamente. La legge sul divorzio breve, infine, trova applicazione immediata e diventa operativa anche per i procedimenti relativi alle separazioni in corso, riconoscendo a chiunque lo desideri il diritto di voltare pagina e rifarsi una vita in modo più semplice e veloce.