La lotta al terrorismo implicherà, con molta probabilità, un nuovo impegno militare da parte del nostro Paese. Del resto, tanto i governi di centrosinistra quanto quelli di centrodestra, non si sono mai tirati indietro in tal senso. Se nel 1999 prestammo la base per il bombardamento Nato nel Kosovo (Governo D'Alema), nel 2001 e nel 2003 impegnammo uomini in Afghanistan e Iraq dando man forte alla coalizione guidata dagli americani all'indomani dell'11 settembre (governi Berlusconi). E ancora, nel 2006 guidammo l'operazione militare in Libano in seno all'Onu per contrastare l'implosione civile del Paese (Governo Prodi).
E ora, l'acuirsi negli ultimi mesi del terrorismo islamico tanto in Medio Oriente quanto in Africa, implicherà con molta probabilità un nuovo intervento militare ma presumibilmente in ambito Onu. Lo ha detto chiaramente il Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, in un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera e che ha già fatto il giro del web. Il rappresentante della Farnesina ha anche indicato i due Paesi dove ciò molto probabilmente accadrà.
Intervento militare in Nigeria e in Libia
Come riporta l'agenzia Reuters, così l'ex Ministro delle comunicazioni ha spiegato il concetto senza mezzi termini, quando gli è stata posta la domanda su quanto sta avvenendo in certe aree del Mondo: "Per contrastare il terrorismo è inevitabile il risvolto militare.
Qualcuno potrà scandalizzarsi, ma questi gruppi vanno affrontati anche sul piano militare". Poi ha indicato i Paesi dove prossime operazioni militari potrebbero verificarsi, ossia la Libia e la Nigeria. Nel primo caso infatti, dopo l'abbattimento di Gheddafi voluto da Sarkozy, si è verificato un caos sociale e politico. Nel secondo, invece, si fa sempre più cruenta e preoccupante l'avanzata della cellula islamista Boko Haram, la quale proprio qualche giorno fa ha ucciso centocinquanta studenti. Andando così a peggiorare una già complicata situazione civile nel Paese. Vedremo i futuri sviluppi. Voi cosa ne pensate? Sareste favorevoli?