Oggi alla nuova riunione del consiglio dei ministri approda il documento di Economia e finanza, si parla di venti miliardi di tagli alla spesa, affinchè si scongiurino gli aumenti dell'iva. Sul tavolo della riunione del consiglio dei ministri c'è anche l'argomento riguardante la nomina del nuovo sottosegretario della presidenza del consiglio e la battaglia, tutta all'interno del Partito democratico, riguardo la nuova legge elettorale. Oltre al documento di Economia e finanza, si discuterà anche sul piano nazionale delle riforme. L'obiettivo è quello di soffiare sui fievoli segnali di ripresa sfruttando la congiuntura economica favorevole tra il calo del prezzo del petrolio ed il Quantitative easing della Banca Centrale Europea.

Oggi potrebbe essere deciso anche il successore di Graziano Delrio, ossia il nuovo sottosegretario alla presidenza del consiglio.

I propositi di Renzi

In commissione alla camera è ripartito l'Italicum, che il premier e segretario del Pd Matteo Renzi ha voluto sia un patto definitivamente senza nuovi passaggi al senato. Volontà che rischia di trovare un muro di gomma all'interno del partito, inclusa la richiesta di voti segreti in aula su emendamenti che potrebbero attrarre i voti delle opposizioni. Tra le priorità è prevista una riforma sulle intercettazioni, il motivo è spiegato dallo stesso Renzi: "Il modo con il quale vengono diffuse da alcuni avvocati e da alcuni magistrati da alcuni addetti ai lavori ed anche da alcuni media, è francamente incredibile ed inaccettabile".

Il leader del M5S Beppe Grillo ha intenzione di organizzare una grande catena umana, che simbolicamente manterrà unite l'Italia settentrionale, centrale e meridionale in nome del lavoro. Quella di Grillo è una specie di marcia della pace in nome del reddito di cittadinanza, è del resto inaccettabile che in Italia ci siano dieci milioni di persone che vivano sotto la soglia di povertà.

Il consiglio dei ministri disegnerà prima il contenitore e poi il suo contenuto, questo è il piano delle riforme. Codesti saranno i passaggi-chiave che porteranno alla definizione del Def, ossia il documento di Economia e finanza per il prossimo triennio e della legge di stabilità 2016. I numeri macro secondo cui si muoveranno le stime del governo dovrebbero essere di + 0,7 percento per il Pil, mentre il deficit Pil del 2,6 percento, ampiamente entro la soglia del 3 percento imposta da Bruxelles.

Per arrivare a questo risultato Palazzo Chigi dovrà procedere ad una serie di tagli alla spesa, quantificati in circa dieci miliardi, includenti i costi per infrastrutture e trasporti locali, e misure di sostegno alla crescita pari ad altri dieci miliardi, per una quota lorda complessiva pari a dieci miliardi. Uno degli obiettivi principali sarà quello di disattivare le clausole di salvaguardia che farà scattare gli aumenti delle accise ed aliquote iva a partire dell'anno 2016. Renzi ha promesso comunque che non ci saranno altre tasse.