Matteo Renzi è il protagonista di alcune intercettazioni pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano. L'intercettato, Michele Adinolfi, ha un'interessante e sconcertante conversazione con l'allora segretario del Pd, in procinto di accaparrarsi la tanto bramata poltrona di presidente del consiglio, allora ancora occupata da Enrico Letta. E proprio Letta è l'argomento della discussione: l'ex premier viene descritto dal segretario del suo partito con parole non proprio edificanti.
Le intercettazioni
Matteo Renzi, al telefono con Michele Adinolfi, comandate in seconda della Guardia di Finanza, parla di alcuni retroscena che hanno preceduto la sua conquista di Palazzo Chigi, ai danni di Enrico Letta.
Renzi, secondo le interecettazioni riportate ieri dal Fatto Quotidiano, lo ritiene incapace a ricoprire il suo ruolo. Il nostro presidente del consiglio, al tempo, aveva proposto a Letta un rimpasto di governo con contropartita: Letta avrebbe dovuto cedere la sua poltrona a Renzi in cambio di quella di Presidente della Repubblica. L'unico intoppo di questo piano, sottolinea l'allora solo segretario del Pd, sarebbe stato quello dell'età di Letta, che compirà 50 anni (età indispensabile per essere eletto capo dello Stato) solo nel 2016, e Napolitano non sarebbe stato disponibile ad aspettare fino ad allora, come i fatti hanno confermanto. Letta aveva comunque rifiutato la proposta fattagli da Renzi: come sono andate poi le cose, in una sorta di soap opera politica che si potrebbe intitolare #enricostaisereno, è cosa più che nota.
In quella telefonata Renzi parla anche di un accordo con Berlusconi, prima che avvenisse l'incontro al Nazareno, dal quale sarebbe poi uscito il famoso patto. Berlusconi sarebbe stato favorevole all'ipotesi del rimpasto e al cambio al vertice del governo, e anche questo punto è stato poi confermato dalle vicende politiche che sono seguite.
La telefonata intercettata risale al gennaio del 2014, pochissimo tempo prima dell'esclusione di Letta dal governo.
Michele Adinolfi e la Cpl concordia
Michele Adinolfi è un personaggio che, secondo le indagini condotte su di lui, avrebbe preso parte ad operazioni e ad affari illeciti. Era infatti indagato, nel 2011, nell'ambito del processo sulla P4, per aver fatto trapelare informazioni relative a quell'indagine, come sostiene il deputato del Pdl Marco Milanese, interrogato sempre durante quel processo.
Lo scopo era quello di informare Luigi Bisignani, altro personaggio ambiguo, del fatto che erano in corso delle indagini sul suo conto. Le imputazioni contestate ad Adinolfi erano infatti quelle di favoreggiamento personale e di rivelazione di segreto, come riporta in alcuni articoli il Fatto Quotidiano. Inoltre, le intercettazioni in questione sarebbero avvenute nell'ambito dell'indagine sulla Cpl Concordia (le indagini su di lui si sono concluse senza nessuna imputazione), coop coinvolta in un sistema di tangenti nell'ambito della metanizzazione dell'isola di Ischia. Insomma, un personaggio dalla moralità quantomeno dubbia. La domanda allora sorge spontanea: a parte i rapporti personali, che ci potrebbero anche stare, perchè mai un personaggio politico del calibro di Renzi discute le sue strategie politiche, comunque le si voglia valutare, con una persona che, oltre a essere coinvolta in indagini e processi, è anche completamente esterna al mondo della politica? Questa è una domanda molto scomoda per il premier-segretario, dal momento che la risposta potrebbe essere non gradita ad una parte del suo partito e, soprattutto, al suo elettorato.