Il quinto Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha deciso: le famiglie cinesi potranno essere formate da quattro unità. Via libera al secondo figlio. Finisce cosìla politica del figlio unicoentrata in vigore nel 1979 quale misura di contenimento dell’eccessiva crescita demografica. Per più di tre decenni il governo cinese ha controllato l’aspetto più intimo di una relazione, condizionando le scelte e le libertà riproduttive delle coppie e compiendo, sotto la bandiera del “bene comune”, aberranti atrocità quali imposizione di sanzioni pecuniarie, licenziamenti, forme intrusive di contraccezione, aborti tardivi obbligatori e veri e propri infanticidi.

Controllo demografico e miracolo economico

Tale pianificazione familiare, oltre al controllo demografico, avrebbe però contribuito al miracolo economico del gigante asiatico, riducendo la povertà, consentendo alle donne di andare a lavorare con maggiore serenità ed aiutando le famiglie ad aumentare i risparmi.

Ma oggi la Cina si trova a dover fronteggiare ben altri problemi: una popolazione che sta rapidamente invecchiando, una forza-lavoro giovanile che parallelamente diminuisce con il conseguente aumento dei costi sociali, uno squilibrio preoccupante tra uomini e donne (116 uomini ogni 100 donne).

Inversione di rotta necessaria

Ancora una volta si interviene nella sfera personale degli individui per correggere disfunzioni nazionali.

La realtà è che trasformando la “politica del figlio unico” in “politica dei due figli”, lo Stato continuerà nell’azione di ingerenza nei diritti riproduttivi delle donne cinesi che, secondo gli attivisti dei diritti umani, resterebbero a rischio di aborti forzosi e forme obbligatorie di contraccezione. E la nuova “concessione di doppia maternità” non porterà necessariamente a nuove nascite: la famiglia con un unico erede è ormai uno status sociale consolidato tanto che la nuova posizione governativa sembra abbia avuto un accoglienza piuttosto tiepida da parte della popolazione. Per ironia della sorte, nel momento in cui si annuncia la fine della vecchia e criticata politica, il governo cinese potrebbe rendersi conto che essa è diventata irrilevante.