Dopo ore di pressioni politiche da parte di PD e Sel e la minaccia di una clamorosa sfiducia da parte del Partito Democratico, Ignazio Marino si dimette autonomamente dalla carica di sindaco di Roma. Sono le ore 19:40 di giovedì 8 ottobre. Secondo i termini di legge, avrà 20 giorni di tempo per poterle ritirare. Ripercorriamo ora, brevemente, tutti i fatti più importanti che lo hanno visto coinvolto da primo cittadino della capitale e che, alla fine, l’hanno costretto alle dimissioni.
Ignazio Marino viene eletto sindaco di Roma il 10 giugno 2013, con un considerevole consenso del 63,9% dei voti sull’avversario Giovanni Alemanno, che si ferma al 36,1% delle preferenze.
Nel Giugno 2014, il sindaco mantiene le promesse della campagna elettorale di voler rendere pedonali i Fori Imperiali nel weekend. Sarebbe consentito il transito solo a taxi e mezzi pubblici e ciò causa molte polemiche tra commercianti, turisti, tassisti, romani e tra favorevoli e contrari.
Nell’Ottobre 2014, nuove polemiche per l’iniziativa del primo cittadino che trascrive i matrimoni gay nei registri comunali, causando l’irritazione e lo sdegno del geograficamente vicino Vaticano.
Nel Novembre 2014, contestazioni al sindaco per non aver pagato 645 euro circa, divisi in 8 multe, per aver parcheggiato la propria auto, la celeberrima panda rossa, in sosta vietata e senza permesso ztl.
L’indagine dei carabinieri che ha causato diversi arresti a Roma ed ha fatto emergere il losco legame tra il mondo della politica e dello show business con quello del malaffare, ha toccato profondamente anche la giunta Marino. Nel Dicembre 2014 il caso “mafia capitale” colpisce anche alcuni politici e dirigenti dell'assemblea capitolina.
Nel Luglio 2015, Marino cede alle pressioni del proprio capo partito Matteo Renzi ed acconsente ad un rimpasto della Giunta, sostituendo dirigenti e politici del Comune coinvolti nella scandalosa vicenda di “mafia capitale”.
Nell’Agosto 2015 il Governo attribuisce poteri speciali al prefetto Gabrielli in vista del Giubileo, sostituendosi, di fatto, al primo cittadino romano, cui sarebbe spettato tale compito.
Sempre nell’Agosto 2015, si svolge un’altra vicenda: mentre Marino era in vacanza ai Caraibi, a Roma hanno luogo le esequie del noto boss della famiglia Casamonica, in uno stile che non ha nulla da inviadiare al film "Il Padrino".
Nel Settembre 2015 nuove polemiche sull’operato del sindaco che si reca a Philadelphia, città che ospita l’Incontro Mondiale delle Famiglie e dove è prevista anche la presenza del Papa. Marino dichiara di essere stato invitato proprio da Bergoglio ma, il Pontefice, sul volo di rientro a Roma, chiarisce di non avere nulla a che fare con la presenza del sindaco negli Stati Uniti.
Nell’Ottobre 2015 arriva l' esposto di Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle che contesta le presunte spese di rappresentanza relative a cene e incontri, pagati con la carta di credito del Comune. Non hanno tardato ad arrivare smentite da parte di ristoratori e presunte persone intervenute a tali eventi. Si tratterebbe di spese che non hanno nulla a che fare con il ruolo istituzionale del sindaco, che chiarisce di essere pronto a ridare tutti i soldi al Comune (circa 20 mila euro) e chiudere la vicenda.