Giornata storica in Sardegna: il Consiglio regionaleha approvato la legge sul riordino degli enti locali coi soli voti del centrosinistra. E' passato un anno dalla prima stesura del documento eora che il suo iter burocratico è terminato non resta che attendere circa 100 giorni,necessari ai vecchi enti per adeguarsi e decidere con chi stare. Spetterà poi alla regione il compito di ratificare la nuova mappadegli enti intermedi, ma occorrerà comunque aspettare l'esito del referendum costituzionale nazionale che abrogherà le province, per consentire all'assetto istituzionale appena approvato di entrare ufficialmente in vigore.

Cagliari, un nuovo assetto amministrativo

Col nuovo assetto la regione e le amministrazioni municipali, si rapporteranno col tramite delle città metropolitane, delle città medie e delle unioni dei comuni più rafforzate. L'unica area metropolitana sarà quella del comune di Cagliari, che assieme ai comuni limitrofi raggiungerà la popolazione di 450000 abitanti. Avrà competenze esclusive su viabilità, scuole, rifiuti, ambiente, attività produttive e pianificazione territoriale. Gli abitanti dell'unica rete metropolitanacon Sassari capitale saranno 150000. Le reti urbane amministreranno 50000 persone e faranno capo ad una città media con almeno 30000 abitanti. Infine le unioni dei comuni, col numero minimo di cittadini fissato a 10000 unità.

Il padre della riforma, il responsabile degli enti locali Cristiano Erriu, ha così orgogliosamente commentato: "Èn'ottima legge a costo zero per le comunità, siamo molto soddisfatti: darà alle Unioni dei comuni quel ruolo da protagonisti nelle scelte strategiche che fino ad ora mancava." A chi gli chiedeva conto della sorte dei dipendenti delle ex province, l'assessore ha assicurato che non ci saranno strappi: "Nel passaggio di competenze e risorse fra un ente e l'altro, si procederà in pieno accordo con i sindacati, garantendo il personale necessario, il massimo delle efficienze e dei servizi ai cittadini."

Il nord Sardegna, le opposizioni e il presidente

Non la pensano così nel nord Sardegna, dove seppur con qualche distinguo la riforma viene definita penalizzante e sicuramente migliorabile.

Nicola Sanna, sindaco di Sassari, ha ottenuto per il suo territorio lo status di rete metropolitana. Gianni Giovannelli, primo cittadino di Olbia, conseguita la condizione di città media, la boccia senza appello definendola una legge anticostituzionale, da cancellare con tutti i mezzi, senza escludere nemmeno la via referendaria: "E' piena di contraddizioni, penalizza la nostra città e tutto il territorio della Gallura".

Le repliche delle opposizioni in consiglio regionale non si sono fatte attendere: c'è chi ha parlato subito di vittoria delcagliaricentrismo,chi l'ha definita inutile, dannosa e mortificante per i piccoli comuni impegnati nella difficile lotta contro lo spopolamento e chi, senza tanti giri di parole, l'ha equiparata ad un pasticcio incostituzionaleche non supererà l'esame del governo.L'ultima parola spetta al governatoreFrancesco Pigliaru: "Siamo stati più bravi del governo. L'Italia ha troppe città metropolitane.Noi invece, grazie alle risposte avute dai territori e senza dimenticare la densità di popolazione, abbiamo preferito puntare tutto sulle reti. Non tutto è convogliato su Cagliari".

E se lo dice il sassarese...