Oggi la sentenza del tribunale di Cagliari e in seguito alla condanna, Soru si è dimesso dal Pd della Sardegna.Ed ha attaccato il giudice: "Non ho commesso reati, sentenza ingiusta". Altra brutta storia che vede ancora sotto i riflettori il partito democratico, con l'ultimavicenda che vede coinvolto il patron di Tiscali, accusato di una evasione di 2,6 milioni di euro nell'ambito di un prestito fatto dalla società Andalas Ldt (sempre di Soru) a Tiscali.
Condanna a tre anni per evasione fiscale
La condanna è ditre anni di reclusione per evasione fiscale susentenza emessa dal giudice del tribunale di Cagliari Sandra Lepore.
Subito dopo la sentenza ingiusta a detta diSoru, ha mostrato un evidente disagio per unmomento che ha definito gravee sicuramenteimportante nella sua vita. La speranzaè che questa sentenza vengapoiribaltata nelle altre fasi del processo.
Dimissionida segretario regionale del Pd sardo
Dopo qualche ora dalla sentenza emessa dal tribunale di Cagliari Soru si è successivamentedimesso da segretario regionale del Pd,prassi per molti versi, simile ad altre questioni già accadute in questi giorni. Tornano in mente le parole del Premier Renzi, che pur ribadendo tolleranza zero per i corrotti,riferendosi alla questione di Lodi e al lavoro dei magistrati, dava un sorta di percentuale legata al malaffare che a suo dire coinvolgeva il Pd.
Concretamenteoggiil partito democratico, governa quasi tutto, buona parte degli oltre 8milacomuni e delle regioni, quindi in percentuale si parte svantaggiati quando si fa riferimento allacorruzione o alla cattiva politica,insomma questione di numeri.
M5s e lega all'attacco
La risposta diciamo giustificativa del premier non è certo quello che l'Italia ma soprattutto le opposizioni si aspettano e l'ennesimo caso di oggi non poteva che dareulterioriripercussioni, a partire dal M5S.Infatti il movimento ha subito messo in risalto il fatto che unevasore al fisco (appena condannato) non potevacontinuare a fare l'eurodeputato.
Vari tweet si sono rincorsi, fino ad arrivare al"#SoruDimettiti", lanciato da Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S. Lo stesso Salvini leader della Lega Nord, ha dichiarato: "Le mele marce le hanno tutti, ma nel Pd sono troppe".