Novanta delegati. Sono quelli chemancano all'appello ad Hillary Clinton per ottenere la nomination democratica: li otterrà facilmente ai prossimi turni delle primarie a meno di un cataclisma. I consensi dell'ex first lady però a livello nazionale sono in netto calo. Ad aprile i sondaggi nazionali le davano ben 11 punti percentuale di vantaggio in un eventuale confronto con Donald Trump alle presidenziali. I sondaggi più recenti indicano ora un suo vantaggio lievissimo o, addirittura, uno svantaggio seppur minimo. Bernie Sanders, suo avversario alle primarie che ormai non può più avere velleità di nomination, viene invece dato in vantaggio significativo dagli stessi sondaggi in caso di corsa per la Casa Bianca.
Qui si rischia l'emicrania.
La verità relativa dei sondaggi nazionali
Ad onor del vero se si parla di elezioni presidenziali negli Stati Uniti, quelli che contano sono i sondaggi nei singoli stati. A novembre i cittadini americani, così come previsto dalla normativa, non eleggeranno direttamente il presidente ma i cosiddetti "grandi elettori" di ogni Stato che che saranno poi chiamati a schiudere le porte della Casa Bianca a colui che ne sarà l'inquilino principale per i prossimi quattro anni. Il sistema è maggioritario secco, ciò significa che un candidato può aggiudicarsi tutti i grandi elettori di uno Stato anche con un minimo scarto. Per questo motivo saranno indicativi i sondaggi relativi agli Stati che eleggerano il numero più elevato di grandi elettori, come la California, il Texas, la Florida, New York, l'Illinois e la Pennsylvania, tanto per citarne alcuni.
Tornando a quelli che sono i sondaggi nazionali, c'è da dire che mentre sul fronte repubblicano Donald Trump corre ormai da solo, tra i Democratici i candidati sono due e pertanto le preferenze espresse dagli elettori intervistati pendono per l'una o per l'altro. Hillary Clinton è in netto vantaggio per la nomination perchè ha vinto le primarie negli Stati che mettevano in palio il maggior numero di delegati.
Che però i sondaggi nella sfida finale con Trump la pongano avanti o indietro di pochi punti percentuale mentre Sanders candidato viene dato al 54 per cento contro il 39 di Trump è l'ennesimo paradosso ma questo bacino di preferenze in fin dei conti potrebbe rivelarsi un vantaggio non indifferente per la Clinton, specie se Sanders correrà al suo fianco come candidato vice presidente.