All'indomani del fallito tentato golpe in Turchia si fa ora strada tra opinionisti e giornalisti politici l'ipotesi che il mancato colpo di stato sia stata un'astuta mossa del presidente turco per rafforzare il suo potere. Una cosa è certa, l'unico vincitore di questo tentativo rivoluzionario è solo ed esclusivamente Erdogan il quale, stando a quanto emerge dall'analisi effettuata degli eventi accaduti, non solo avrebbe la maggioranza del popolo turco dalla sua parte ma anche una buona parte dell'esercito, che durante l'evento dei fatti era invece sembrato compatto contro il presidente.
Alla fine dei disordini una questione che lascia perplessi è il sostegno da parte delle democrazie occidentali ad Erdogan arrivato con notevole ritardo rispetto al discorso del presidente turco alla fine del tentativo di golpe. Segnale, forse, che l'Occidente fosse in attesa di capire cosa realmente stesse succedendo e da chi fosse stato scatenato il tentato golpe. Durante gli eventi, si è parlato di un Erdogan in fuga. In realtà, il presidente risulterebbe essersi imbarcato, non per fuggire, ma per attendere l'epilogo dei fatti al termine dei quali si sarebbe presentato in pubblico, annunciando severe punizioni nei confronti degli autori del tentativo rivoluzionario.
Il presidente turco avrebbe già annunciato pubblicamente che gli autori del complotto nei suoi confronti verranno puniti con la pena di morte: estrema decisione per un presidente che si dichiarerebbe democratico.
Se veramente il tentato golpe fosse una sua messa in scena, tale dichiarazione metterebbe, forse, perfettamente in luce il fatto che Erdogan si sarebbe servito di un falso tentativo rivoluzionario per affermare le sue ideologie tutt'altro che democratiche. Durante gli scontri avvenuti tra la notte del 15 e del 16 luglio si udivano chiare, nonostante gli spari, le esplosioni e la totale confusione, le voci di molti cittadini turchi, inneggianti ad Allah: segnale forse, che molti fra il popolo turco, condividono la deriva islamista del presidente.
L'AKP, il partito di Erdogan, avrebbe attualmente il 47% dei consensi, non solo, ma il presidente avrebbe dalla sua parte, l'intero parlamento turco. La gente, non solo sarebbe scesa in piazza a difendere il governo di Erdogan, ma avrebbe addirittura decapitato alcuni golpisti. Nulla sarà come prima dopo gli eventi del tentato golpe: se il colpo di stato è frutto veramente dell'esercito turco, ad Erdogan si prospetta una situazione la quale gli garantisce sì parecchi consensi ma anche parecchi nemici.
Saranno le prossime ore, a fare maggiore luce sugli eventi di una notte, che indubbiamente rientrerà nella storia di un popolo, che diviso nelle sue convinzioni, sta ancora cercando una sua identità, che le scelte del suo leader politico, stanno rendendo difficile da trovare.