Giuseppe D'Ambrosio, deputato del Movimento 5 Stelle, coglie l'occasione della tappa del "Costituzione coast to coast" nella propria zona di competenza del collega Alessandro Di Battista per spegnere alcunepolemiche riguardo ad quella che è considerata unadelle nuove icone del mondo pentastellato."Ognuno lo dipinge a suo modo ma vi posso assicurare che è un ragazzo semplice, perbene e con una grandissima capacità empatica" scrive sul suo profilo facebook. È noto infatti che la "creatura" di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si stia sempre più emancipando secondo i piani che gli stessi fondatori avevano auspicato già dagli inizi.

Il comico genovese doveva solo fungere da "propulsore", da ariete contro il portone invalicabile della politica italiana. Dopodichéla palla sarebbe stata data ai cittadini. E così è stato e così sarà sempre di più. Anche il voler assegnare a Roberto Fico la figura di garante porta Beppe Grillo sempre più nella posizione di "traghettatore" che lui aveva sempre detto nei comizi e che in pochi riuscivano a comprendere. Ha sempre detto che in parlamento non ci sarebbe mai entrato e che i cittadini che sarebbero andati al governo, non lui.

Elasua figura attualela descrive bene il deputato D'Ambrosio : "Per il Beppone che sta accompagnando Alessandro solo tanta emozione. Sta accompagnando il MoVimento 5 Stelle, la sua creatura, il suo figlio e sua splendida eredità.

Solo tanta emozione per un Beppone sempre immenso"

"Grazie per il tuo impegno di cittadino attivo"

E riguardo a Di Battista aggiunge : "sta tenendo viva l'attenzione delle piazze estive sulla tematica del referendumsenza dimenticare i problemi che trova per strada", riferendosi all'indignazione sollevata sul palco relativa ad una scelta dell'amministrazione comunale di Bisceglie di portare a Torre Calderina una tubatura che scarica in mare i reflui.

Che Alessandro Di Battista sia uno dei cavalli trainanti della comunicazione del M5Slosi nota anche sui social con il suo milione e duecentomila followercontro gli 890 mila di Matteo Renzi e i 900 mila del suo collega Luigi Di Maio.