Nell'era dei social network la vanità può essere fatale anche per i criminali. A quanto pare si è disposti a tutto pur di apparire e ottenere più "mi piace" mettendoda parte la propria dignità e nonpensandoa quali possano essere le conseguenze, cioèmettere in pericolo se stessi e gli altri, pur di apparire.
amy sharp, appena diciottenne e australiana, è riuscita a fuggiredaun carcere minorile a seguito di una condanna per violazione didomicilio. Ricercata dalla polizia, i giornali hanno lanciatola notizia diffondendo le foto segnaletiche fornite dalle forze dell'ordine.L'emittente televisiva "7 News Sydney" ha pubblicatoun post su facebook con taliimmagini allegate e tra i vari commenti che sono stati scritti dagliutenti ne compare uno che ha destato subito l'attenzione : "Potete utilizzare questa fotografia per favore?
Grazie. Amy Sharp" allegandol'immagine di se stessa. Il suo commento ha ottenutopiù di 60 mila "mi piace".
Tradita dalla sua vanità
Era proprio lei, la fuggitiva. Quel bisogno di comparire bella ha compromesso la sua fuga. Probabilmente ignorava il fatto che potesse essere tracciatae cheFacebook sia molto collaborativacon le forze dell'ordine nel momento in cui ci sia necessità di recuperare informazioni per la sicurezza pubblica e la risoluzione di casi di crimini e infrazioni legali.
E' stato così possibile catturare Amy in un parco vicino al centro di detenzione da dove era scappata ed è stata condannata perevasione dalla struttura di custodia cautelare.
La voglia di apparire
La notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo e in molti si sono chiesti se poteva essere davvero stata così ingenua o se qualcun altro ha scritto il commento al posto suo.
Fatto sta che ciò che è successo è ilsintomodei tempi. Così come la vanità havanificatol'impresa evasiva della ragazza portando, in questo caso, un vantaggio alla società e alla giustizia, lo stesso impulso dettato dalla voglia di apparire crea spesso problemi di natura opposta e con risvolti sulla vita quotidiana tutt'altro che positivi.