Nella suggestiva cornice dell'isola di Ventotene, luogo dove nacque il "Manifesto per un'Europa libera e unita" di Alterio Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann, si è tenuto il vertice tra il premier Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande. Un incontro pensato al simbolismo che rappresentano l'isola in sé stessa e la nave Garibaldi, impegnata nella lotta all'immigrazione clandestina. Vari temi centrali: sicurezza, politica estera comune, progetto giovani, la tanto auspicata crescita, il dopo Brexit. I tre leader hannoscelto le stesse parole, la stessa retorica nel pronunciarsi a favore dell'agenda accuratamente preparata dal premier italiano.

Nulla di fatto e niente sostanza.

Richiesta non accolta

Il vero quesito cheMatteo Renziportava con se all'incontro a tre aveva già una risposta da parte di Angela Merkel: "Credo che il patto di stabilità ha molte possibilità di flessibilità, ma starà alla Commissione EU confrontarsi con gli stati membri: noi vogliamo che Italia, Francia e Germania crescano per creare posti di lavoro e creare le condizioni per il futuro degli investimenti privati". Inevitabile la delusione del premier italiano.

Renzirispetta gli ordini

Merkel, Hollande e Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, vogliono stabilità, Renzi si adegua e cambia iltono politico a favore del "SI", usa un vocabolario conciliare: "Che vinca il Sì o il No, si voterà nel 2018".

Un messaggio che invoca una disperata ricerca della stabilità in un momento così difficile nel quale il premier ha bisogno di rafforzare la propria posizione negoziale con i partner europei. Ricordiamoci la tanto acclamata "flessibilità". Un dirigente PD spiega "Un contoè chiedere maggiore flessibilità all'Europa per fare una manovra che guarda ai prossimi anni da premier consolidato, un altro conto è farlo da premier che a novembre potrebbe non esserci più".

Intanto, le cancellerie europee, la BCE e gli Stati Unitipressano il governo italiano affinché il risultato del referendum non si trasformi in un cataclisma peggiore della Brexit. Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz addirittura invita Renzi a rinunciare al referendum o almeno a non dimettersi in caso di sconfitta, e aggiunge: "Con le dimissioni di Renzi l' Europa rischia di venire meno e anche la moneta unica"