Novanta minuti di dibattito, cento milioni di telespettatori. Lotta dura senza paura, attacchi, repliche ma niente "colpi bassi". Donald Trump li ha risparmiati e del resto il primo faccia a faccia televisivo nel Paese che per primo ha fatto della politica "una questione di immagine", è tradizionalmente importante nella corsa verso la Casa Bianca. L'atteso confronto con Hillary Clinton, pertanto, è stato vivace e ricco di spunti ma il tutto si è svolto all'insegna del "politically correct". Strano ma vero, considerate tutte le bordate di Trump sparate in questa lunga campagna elettorale.
Alla fine però secondo gli elettori ha vinto l'ex first lady, stando al risultato del sondaggio diffuso dalla Cnn un'ora dopo. Hillary Clinton è sembrata "più concreta" e, rispetto al suo avversario, "ha saputo osare negli attacchi personali".
Temi economici
'The Donald' si è presentato alla "Hofstra University" di New York con un'ora di anticipo rispetto alla rivale, vestito classico ed una cravatta blu. Hillary ha sfoggiato un tailleur-pantalone rosso, curiosamente i due candidati hanno invertito i tradizionali colori dei partiti di appartenenza. La prima domanda del moderatore, il giornalista Lester Holt (Nbc), è stata di carattere economico su come entrambi pensando di poter creare nuovi posti di lavoro.
Per la Clinton "è necessario istituire la parità retributiva tra uomini e donne" e "condividere maggiormente i profitti da parte delle aziende". Trump ha replicato con un tema a lui caro. "Il problema principale è quello di evitare che i posti di lavoro finiscano all'estero, in Cina o in Messico". Il candidato repubblicano ha inoltre accusato la rivale politica di aver fatto poco o nulla nell'ultimo ventennio, riferendosi ovviamente alla presidenza del marito, Bill Clinton.
Tranquilla la risposta di Hillary che ha mostrato statistiche e cifre che dimostrerebbero il contrario. "Donald, tu vivi nella tua realtà", ha risposto.
Scheletri nell'armadio?
Era certo che Hillary avrebbe tentato l'affondo sulla questione dei redditi, visto che Donald Trump non ha mai reso pubblici i suoi conti. "Lo farò - ha detto il magnate newyorkese - quando Hillary renderà note le 33.000 e-mail che ha cancellato".
In realtà su questo argomento "The Donald" è apparso in palese difficoltà, non ha saputo attaccare la Clinton sulla questione "emailgate" mentre lei lo ha accusato di essere "in bancarotta" e di "non pagare le tasse", motivi per i quali i suoi redditi non vengono resi noti.
Politica estera
Putin e la crisi in Medio Oriente, i temi caldi della politica estera. Hillary Clinton ha accusato Trump di "aver invitato il presidente russo a colpire. Donald fa le lodi di Putin e lui gioca sporco contro di noi", ha sottolineato. Calma la risposta del candidato del GOP. "Non sappiamo chi ci sia dietro gli attacchi hacker, potrebbero essere i cinesi o qualcuno da casa sua", ha detto con palese ironia. Sulla questione del Medio Oriente è stato toccato il tasto "Isis".
"Per sconfiggere i terroristi - ha detto la Clinton - dobbiamo combattere la propaganda estremista e distruggere il Califfato. Dobbiamo inoltre sostenere il popolo curdo". Trump è stato molto duro a riguardo. "L'Isis è cresciuto a causa del vuoto creato da Obama e da Hillary Clinton". Si è poi aperto un dibattito in merito al passato, alla seconda guerra in Iraq che Trump ha spesso contestato in campagna elettorale ma che, in un'intervista del 2002, aveva dichiarato di sostenere. Strano che la Clinton abbia pigiato questo tasto, visto che anche lei era favorevole a quella guerra rivelatasi poi pretestuosa e destabilizzante per tutto il Medio Oriente. Fu uno dei motivi per cui otto anni fa perse le Primarie.