Si è spento oggi Carlo Azeglio Ciampi, a dicembre avrebbe compiuto 96 anni. Sposato con la sua Franca, che nel settennato di Presidenza era un po' diventata la “nostra” signora Franca. Nato a Livorno il 9 dicembre del 1920 e da lì partito per gli studi che precocemente gli avevano permesso di conseguire a 21 anni la prima laurea in Lettere e nel 1946 quella in Giurisprudenza, entrambe alla prestigiosa Normale di Pisa. A 26 anni varca per la prima volta l'ingresso di via Nazionale, la sede della Banca d'Italia. Presta servizio in diverse filiali, svolgendo attività ispettiva e amministrativa.
Quindi forte del bagaglio d'esperienza accumulato nel 60' viene chiamato nella sede centrale dove ricopre i vari incarichi di Segretario Generale, Direttore Generale, Presidente dell'Ufficio Cambi e Governatore della Banca d'Italia. Carica che interrompe nel 1993 quando viene chiamato a ricoprire l'incarico di Presidente del Consiglio.
Sono gli anni di Tangentopoli per intendersi, quelli in cui era difficile trovare un politico “accettabile”, quelli della maxi svalutazione della lira. Un anno difficile il 93 per la Nazione, contrassegnato dalle bombe a Milano e a Roma. Il giorno, anzi la sera in cui saltarono perfino le comunicazioni tra la residenza di Santa Severa e Palazzo Chigi. Lo ha raccontato lo stesso Ciampi dicendo che ”ebbi paura che fossimo ad un passo da un colpo di stato.
Lo pensai allora, e mi creda, lo penso ancora oggi.” In quei concitati momenti salì in macchina e fece rientro a Roma, convocò il Consiglio supremo di difesa alle 3 di notte, perché voleva dare una risposta forte ed immediata dello Stato. Alle 8 del mattino riunì il consiglio dei ministri. Alla fine non ci fu nessun golpe, ma i segnali di quelle settimane erano inquietanti.
La mafia era il maggior indiziato, ma come per l'agenda di Borsellino scomparsa, per il fallito attentato dell'Addaura contro Falcone, la storia non è completa.
Nel 1996 diviene Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, prima nel governo Prodi poi in quello D'Alema. Durante questo periodo il suo obiettivo principale fu quello della riduzione del debito pubblico, passo necessario per il successivo accesso alla moneta unica.
Avvia la privatizzazione delle Poste Italiane. Il 13 maggio 1999 è eletto decimo Presidente della Repubblica. Mandato portato a termine fino al maggio 2006. Chi lo ha conosciuto lo definisce un galantuomo d'altri tempi. Sicuramente un uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella vita del Paese e degli italiani, avendo da sempre servito le Istituzioni, ricoprendo quei ruoli chiave che negli ultimi 30 anni hanno definito, delineato il modo di vivere di tre generazioni. E' stato un precursore, il prototipo del banchiere prestato alla Politica che per primo ha avallato e condiviso le teorie della finanza mondiale. Se l'Italia è nell'euro, probabilmente il merito, o la colpa per chi la pensa diversamente, è di Ciampi.
Un grande tecnico a cui è stato chiesto di concepire, pianificare e condurre la vita del Paese. Affidarsi completamente a tecnici, non è mai, o quasi mai un bene perché è il politico che deve avere la lungimiranza e l'idea di quale debba essere la scelta finale. Il tecnico dovrebbe proporre la via, analizzare i pro e i contro delle alternative e tornare al suo posto. Ma con lui non è stato così. Addio Presidente.