“Esiste una legge migliore di quella che consentirebbe di riportare nella legalità milioni di italiane e italiani, di separare il mercato dalla cannabis da quello delle droghe pesanti, di ridurre il finanziamento alla criminalità organizzata?”. È questa la domanda retorica che si pone nell’incipit della sua fatica editoriale Giuseppe Civati, leader e fondatore del movimento Possibile da quando ha deciso di uscire dal Pd a trazione renziana. Lo scopo della pubblicazione del libro titolato ‘Cannabis, dal proibizionismo alla legalizzazione’è quello di divulgare tra gli italiani le ragioni dell’antiproibizionismo in materia di droghe, soprattutto di cannabis.

Un impegno, quello di Civati, che si manifesta proprio nel momento in cui la legge sulla legalizzazione della marijuana, presentata in parlamento dall’intergruppo parlamentare guidato da Benedetto Della Vedova viene rispedita in commissione.

La posizione di Civati

Convinto che una legge votata all’antiproibizionismo consenta anche di “far emergere una quota consistente di economia sommersa e di ricavare una cifra tutt’altro che banale per le casse dello Stato”, Giuseppe Civati detto ‘Pippo’ ha rilasciato ieri un’intervista al quotidiano La Stampa in cui ha illustrato le ragioni politiche ed economiche alla base della sua scelta. Pur consapevole che lo stop al ddl Della Vedova, complice anche il referendum costituzionale, rischia di bloccare la legge per lungo tempo ai box parlamentari, Civati non si dà per vinto e ammette che “il ritorno in commissione per discutere il provvedimento è una nostra scelta”.

A detta del leader di Possibile, il rischio maggiore che corre adesso il ddl è quello di uno stralcio che lasci in vita solo la parte della legge riguardante l’uso medico della marijuana, escludendone lo scopo ludico.

L’esempio degli Usa

Civati si dimostra particolarmente critico nei confronti del suo ex partito, spaccato in due, a suo modo di vedere, tra gli antiproibizionisti convinti come Roberto Giachetti e l’ala filo cattolica.

A sostegno delle sue tesi Pippo propone l’esempio degli Usa dove 4 Stati (Colorado, Oregon, Washington e Alaska) hanno già legalizzato l’uso ludico della cannabis e dove, con il referendum dell’8 novembre, altri 8, tra cui la California, si apprestano a farlo. “È in corso un cambiamento globale” perché il proibizionismo ha fallito, denuncia Civati il quale nega decisamente, dati alla mano per il ‘caso Colorado’, che la legalizzazione e l’antiproibizionismo portino ad un aumento dei consumi.