Un ultimo, definitivo, letale colpo al Ddl sulla legalizazzione della cannabis che avrebbe dovuto essere, secondo le previsioni più ottimistiche, approvato dalla camera a Settembre. In un periodo che vede imminente una campagna refendaria importante, la maggioranza ha deciso di liberare il campo da un provvedimento potenzialmente pericoloso.
Rispedito al mittente dunque il Ddl pro-marijauna alla Commissione Affari Sociali della Camera, cosa che riportal'iter di legalizzazione allo stadio iniziale e smonta di fatto le speranze dei gruppi favorevoli.
Il nuovo stop
Aveva fato scalpore e suscitato grande attesa la proposta di legge sottoscritta quest'estate da 221 parlamentari di tutti i partiti, tranne Lega e Ap, che si proponeva di approvare una prima tranche di modificazioni al codice civile e penale che avrebbero permesso a consumatori e coltivatori amatoriali di poter produrre, detenere e consumare per scopi ricreativi personali piccole quantità di marijuana senza incorrere in sanzioni o multe penali, con le sole limitazioni amministrative riguardanti l'idoneità alla guida e al porto d'armi.
Ma immediatamente dopo la presentazione dei testi in aula, una mole impressionante di emendamenti, circa 2000, presentati al Ddl, dei quali 1300 provenienti dal solo partito di Angelino Alfano, sono stati usati dai partiti di destra per intralciarne l'iter facendo slittare la votazione in autunno.
Ora arriva la notizia del nuovo stop: il Ddl dovrà tornare in Commissione, venendo, di fatto, "rispedito al mittente" senza troppi complimenti.
I commenti dei capigruppo
Lapidario e orgoglioso del successo Gasparri di Forza Italia, che è intervenuto sostenendo di essere "lieto perchè questa sconfitta del partito della droga è avvenuta a poche ore dalmemorabile intervento del Procuratore della Repubblica Gratteri in Senato che, nel solco della lezione di Paolo Borsellino, ha demolito le sciocchezze del partito della droga oggi distruttosul campo.
Di una legge per la cannabis legale non si parlerà più, se non per dannosa propaganda" ha detto Gasparricomunicando chiaramente la totale opposizione del suo gruppo alla legalizzazione.
Arturo Scotto, capogruppo della Sinistra, ha polemizzato sui fatti dichiarando che "grazie all'ostruzionismo di Destra e di parte della maggioranza in commissione non eravamo riusciti ad esaminare neppure un articolo" dando così forza alle dichiarazioni di Della Vedova, promotore del decreto, e Verini del Pd che hanno minimizzato l'accaduto sostenendo invece che il fatto che la proposta rimanga in Commissione "non fa vincere o perdere nessuno" e che "tutto sta procedendo come stabilito".