I sondaggi sul referendum costituzionale danno la posizione del "no" al 37,8 % dei voti, in vantaggio di circa tre punti percentuali su quella del "sì" (che si attesta al 34,7%). Il vantaggio del "no" deriva anche dalla propaganda elettorale che stanno portando avanti gli oppositori di Renzi. Ma anche parte del PD, con Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema in testa, sono contrari alla riforma voluta dal Presidente del Consiglio, e girano l'Italia (e le televisioni) per sostenere le proprie ragioni.

Bersani preoccupato dal combinato Italicum-riforma costituzionale

In un'intervista concessa al Corriere della Sera, Pierluigi Bersani ha ammesso che voterà "no" alla riforma costituzionale. La principale preoccupazione dell'ex segretario del PD, è il combinato tra la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale, l'Italicum: "La riforma, in combinazione con la legge elettorale, cambia la forma di governo. Si va verso il governo di un capo, che nomina sostanzialmente un Parlamento che decide tutto, anche con il 25% dei voti».

Bersani ha aggiunto che non cederà nemmeno davanti ad un eventuale proposta di Renzi di modificare l'Italicum, semplicemente perché non gli crederebbe: "Solo qualche mese fa lo riteneva ottimo e perfetto, tanto da farlo approvare con la fiducia.

Adesso non mi venga a dire che darà l’incarico a Zanda e Rosato di trovare un sistema migliore". Infine, Bersani ha dichiarato che al prossimo congresso del PD farà presente che non si può tenere assieme il ruolo di segretario del partito e il ruolo di Presidente del Consiglio, le due funzioni dovrebbero essere affidate a persone distinte.

D'Alema contro Renzi (e la riforma)

Massimo D'Alema, durante il programma In 1/2 ora di Lucia Annunziata, ha attaccato duramente Renzi e la riforma costituzionale. Nel corso della puntata l'ex premier ha affermato che la legge di bilancio, presentata qualche settimana fa dallo stesso premier e da Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, offre qualcosina ai pensionati e moltissimo a chi è già schierato per il "sì", ovvero gli industriali.

D'Alema ha anche criticato la nuova composizione del Senato: "Non si crea un Senato federale ma una camera di serie B che sarà un pasticcio", e definito la riforma "illogica, insensata e accentratrice".