La cronaca italiana continua ad essere animata dallo scontro tra il fronte del SI al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre e chi invece non vuole quella riforma. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi si è scusato per aver definito i suoi oppositori “un'accozzaglia”. Sono proprio queste le parole al centro di un vero e proprio tourbillon di polemiche, durato tutta la giornata e che ancora continua ad andare avanti.

La definizione del presidente del Consiglio “accozzaglia” è relativa ovviamente al fronte del no. Il premier Renzi aveva associato coppie di personaggi politici, ideologicamente distanti, a favore delle ragioni per il NO, cha vanno da Monti e Salvini, a Berlusconi e Travaglio, per finire con D'Alema e Grillo.

Le scuse di Renzi

Il termine "Accozzaglia", era stato usato e riferito, da parte del capo dell'esecutivo, nello spiegare che non c'è una omogeneità nel fronte del NO, capace di presentare un'alternativa, ed è proprio su questo che verte il senso delle scuse presentate da Matteo Renzi ieri. Un Matteo Renzi che si scontra però con Maurizio Landini, il segretario generale della Fiom, durante la trasmissione dalla Annunziata, e dice: “bisogna cambiare le cose, non difendere la casta come fate voi” accusando direttamente proprio Maurizio Landini, il quale a sua volta rivendica le ragioni del NO affermando: “è una riforma mal fatta", rappresentando l'obiettivo e le ragioni di tutto il fronte, che va dal Movimento 5 Stelle alla sinistra italiana, a tutto il centro-destra, da Salvini della Lega, a Berlusconi di Forza Italia a Fratelli d'Italia.

Mi criticano aggiunge Matteo Renzi, "a criticarmi sono professori che prendono 21.000 euro di pensione al mese," questa ancora l'accusa rivolta da Matteo Renzi al fronte del NO.

Nella giornata di ieri, sono arrivate anche le parole di Silvio Berlusconi, che rilancia chiamando all'appello tutti gli elettori del centro destara, non solo ad andare a votare, ma votare NO e dice, "una volta che il NO avrà vinto bisognerà soltanto fare la riforma della legge elettorale e poi tornare subito al voto," di fatto mettendo d'accordo anche le altre anime del centro destra che su questa linea si erano sempre appoggiate, ossia la Lega Nord di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia.