Nei mesi scorsi l'aperto sostegno di David Duke nei confronti di Donald Trump imbarazzò parecchio l'opinione pubblica statunitense, in particolare il fronte politico avverso ma anche lo stesso magnate newyorkese. Il caso è sbarcato al Cinema, il regista italiano Riccardo Valsecchi ha infatti dedicato un film a questa controversa figura ed allo spettro di presunti legami fra Trump ed il discusso personaggio, leader carismatico dell'estrema destra negli States. Titolo del documentario è "L'anima nera di Donald Trump".

Dal KKK al neonazismo, un breve passo

Nato a Tulsa (Oklahoma) nel 1950, David Duke fu componente del Ku Klux Klan negli anni '70 e rivestì la carica di gran maestro della nota organizzazione razzista. In passato ha militato sia nel Partito Democratico, fino agli anni '80, che tra le file repubblicane negli anni '90 ed in quest'ultima circostanza ha preso parte alle Primarie per la corsa alla presidenza ed al Senato. Autore di due best sellers mondiali, "Il mio risveglio" ed "Il suprematismo Ebraico", è tra i più noti ed accesi sostenitori delle teorie negazioniste dell'olocausto nazista. Una posizione che lo ha portato anche all'arresto nel 2009, con l'accusa di "negazione del genocidio ebraico e dei crimini nazisti", mentre si trovava in Repubblica Ceca per presentare il suo libro.

Gli venne negato in seguito il permesso di soggiorno nell'Unione Europea per "incompatibilità con gli accordi di Schengen", decisione contro cui Duke ha presentato ricorso al Tar del Veneto che è stato successivamente respinto. Dal 2011 al 2014, infatti, David Duke ha trascorso tre anni in Italia, in provincia di Belluno, con un permesso di soggiorno abusivo.

Scopo della sua permanenza in Europa sarebbe stato quello di riunire l'estrema destra del vecchio continente. Durante le primarie per le presidenziali statunitensi del prossimo 8 novembre è ricomparso sulla scena politica, dichiarando apertamente sostegno a Donald Trump e candidandosi al Senato. Il documentario di Valsecchi affronta l'ombra neonazista che aleggia sulla campagna elettorale condotta da Trump, partendo proprio dalla figura di Duke.

La problematica legata ad un numero crescente di simpatizzanti e sostenitori dei crimini nazisti è un tema caro al 40enne regista lombardo, affrontato anche nelle sue precedenti opere cinematografiche, "ID–WithoutColors" e "Schwarzkopf BRD: Martin Luther King in Berlin".