Se centomila giovani se ne sono andati dall’Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di ‘pistola’. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”, queste sono state alcune delle parole dette dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che hanno subito scatenato una bufera in Parlamento.

Mozione di sfiducia

Nella mattinata del 21 dicembre, la sinistra Italiana ha depositato al Senato, una mozione di sfiducia nei confronti di Poletti, firmata anche dal movimento 5 stelle, Lega Nord e alcuni senatori del gruppo misto.

Mozione contro il ministro del Lavoro anche alla Camera, presentata dal Movimento 5 Stelle, con il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto: "Non abbiamo i numeri a sufficienza per presentare un nostro testo autonomo. In ogni caso, prima se ne va Poletti, meglio è".

Anche, Roberto Speranza si fa portavoce dell'ulteriore pressing sulla minoranza: "Via i voucher o sfiducia".

Nella mozione, Poletti viene accusato da parte delle opposizioni, "ha nelle ultime settimane dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi in più di un'occasione con un linguaggio discutibile e opinioni del tutto inaccettabili".

Il Senato

Il vicepresidente leghista del Senato, Roberto Calderoli, è stato durissimo e senza peli sulla lingua nel descrivere il ministro Poletti, "un ministro del Lavoro che insulta i nostri studenti senza prospettive per il futuro e tra l'altro, il giorno prima della strage terroristica di Berlino dove, purtroppo, risulta dispersa proprio una di quelle giovani persone che per Poletti è meglio non avere tra i piedi".

Inoltre, quanto al referendum sul Jobs Act, in attesa della Consulta sulla sua ammissibilità, il vicepresidente Calderoli comunica di aver "presentato proprio oggi una proposta di legge, di cui chiederò l'immediata calendarizzazione, per consentire lo svolgimento dei referendum abrogativi e delle elezioni politiche nello stesso anno".