Nella tarda mattinata di questo mercoledì 21 dicembre davanti al Ministero del Lavoro in via Veneto a Roma si è svolto un flash-mob di contestazione nei confronti del Giuliano Poletti, il quale due giorni fa riguardo ai centomila giovani che se ne sono andati dall’Italia per lavorare, aveva detto "Non è che qui sono rimasti 60 milioni di "pistola". Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”.
Affermazioni che hanno prodotto un vero e proprio polverone mediatico sul ministro emiliano, di cui sono state chieste anche le dimissioni da parte del M5S, di Sinistra Italiana ma perfino dai Giovani Democratici (ossia l'organizzazione giovanile del Pd), e che lo porteranno a dover relazionare sul merito della vicenda all'aula del Senato il prossimo 10 gennaio.
Contestazione davanti al Ministero del Lavoro dopo le parole di Poletti sui giovani italiani all'estero
Ma intanto c'è chi non ha voluto perdere tempo e ha preferito battere il ferro "mediatico" finché è caldo per protestare contro quanto affermato da Poletti. E così alcune decine di giovani attivisti di gruppi politici e sociali, studenti universitari, ricercatori e lavoratori precari, verso le ore 13 di questo mercoledì hanno realizzato un flash-mob proprio davanti alla sede del Ministero del Lavoro. I giovani hanno simbolicamente portato con se' un gigantesco biglietto aereo di sola andata per "quel paese" da regalare al Ministro Poletti, il quale comunque non si trovava all'interno del Ministero durante la contestazione.
Nel frattempo già da ieri, gli organizzatori della contestazione, hanno lanciato sui social network l'hashtag #PolettiFuoriDaiPiedi, poi riportato anche all'ideale biglietto aereo.
Durante i vari interventi dei giovani davanti al Ministero è stato detto: "Siamo venuti a portare a Poletti un regalo di Natale, un biglietto di sola andata per andare a quel paese. I giovani italiani non ne possono più di lui e di questo Governo. Se la nostra generazione se ne va è perché qui non ci sono prospettive di lavorare. L'arroganza di questa classe dirigente è incredibile. Chi ancora non se n'è andato è spesso perché ha una famiglia che non può permettersi di mandarlo all'estero. L'unico che deve togliersi dai piedi è Poletti, il peggior ministro del Lavoro che questo Paese abbia avuto: con le sue politiche ha precarizzato ulteriormente il mercato del lavoro, e con lui tutto il Governo"