“Torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunità. Riparto da capo, come è giusto che sia. La politica per me è servire il Paese, non servirsene. A chi verrà a Chigi dopo di me, lascio il mio più grande augurio di buon lavoro e tutto il mio tifo: noi siamo per l'Italia, non contro gli altri”. Con queste parole, pubblicate in un post su Facebook, l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato il suo ritiro alla vita privata dopo l’addio a Palazzo Chigi.

Ma per quanto tempo? In molti hanno pronosticato il ritorno dell’ex premier per le elezioni previste per l’anno 2018. Intanto, l’attenzione è su chi sarà nel team del nuovo presidente dell’esecutivo incaricato, Paolo Gentiloni.

Il nuovo presidente: Paolo Gentiloni

Per la quarta volta dal 2011 - ultima occasione nella quale gli italiani si sono espressi alle urne -, il presidente del Consiglio arriva attraverso un incarico del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, questa volta a prendere le guida del Paese sarà Paolo Gentiloni, fino ad ora ministro degli Esteri del governo Renzi. Storico membro del Partito Democratico, la nomina di Gentiloni sembra essere un “gesto di continuità”.

Nel discorso di accettazione dell’incarico, l’ex ministro ha detto che lascerà aperta la possibilità che molti ministri di Renzi restino al governo.

Nobile di sinistra

“Nelle consultazioni del presidente si è evidenziata ‘indisponibilità delle maggiori forze dell’opposizione di condividere la responsabilità di un nuovo governo.

Pertanto, non per scelta ma per senso di responsabilità, ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente”, ha detto Gentiloni. Il nuovo premier ha assicurato che formerà un nuovo governo il prima possibile. Cattolico e con passato nobiliare, Gentiloni è un uomo di sinistra, laureato in Scienze politiche all’Università La Sapienza di Roma.

È stato giornalista e militante del Partito Comunista. Si pensa possa essere l’elemento conciliatore tra le forze politiche dello scenario italiano.

Vecchi e nuovi ministri

Tra i ministri che sicuramente resteranno al governo ci sono Angelino Alfano, Piero Fassino, Marco Minniti, Marcello Pera, Carlo Calenda e Francesca Puglisi. Entro martedì, Gentiloni dovrà presentare il team. Secondo la stampa, Luca Lotti sarebbe in predicato di prendere la delega ai Servizi Segreti; Dario Franceschini resterà alla guida del ministero della Cultura; Piercarlo Padoan al ministro dell’Economia; Andrea Orlando al ministero della Giustizia; Graziano Delrio ai Trasporti, Marianna Madia alla Pubblica Amministrazione e Roberta Pinotti alla Difesa.

Enrico Zanetti, vice all’Economia, potrebbe avere una promozione, mentre il futuro di Maria Elena Boschi resta incerto. Atteso anche un ritorno Marcello Pera, ex presidente del Senato del governo di Silvio Berlusconi.

Anche se il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, è ancora fuori corso nella Facoltà di Giurisprudenza, si è sentito in dovere di affermare che è illegittima la nomina di Gentiloni da parte di Sergio Mattarella, professore ordinario di Diritto Parlamentare e membro della Corte Costituzionale, nonché presidente della Repubblica. Come ben ha ricordato Spinoza.it.